Il tempio di “Giove Toro” tra i siti visitabili di Canosa

La Redazione

canosa di puglia

CANOSA DI PUGLIA (BT) – Emanuele Mola, archeologo storico e narratore degli insediamenti archeologici in terra di Bari, nel 1796 venuto a contatto con quello che oggi è il sito archeologico di “Giove Toro”, nella città di Canosa di Puglia, descriveva ciò che si presentava ai suoi occhi così:

E pria di tutto incontrai, nel mezzo di un campo arato, un quadrato edifizio laterizio chiamato oggi il Toro, che di poco s’innalza dal suolo; ma entratovi vi ritrovai stanze comode di cui si avvalgono gli agricoltori per uso di stalle. Opinasi essere stato un tempio; ma la divisione delle sue stanze e la sua forma esteriore additan più tosto una casa oppure un carcere“.

Successivamente il prof. Nunzio Jacobone nell’anno 1922, nella sua opera “Canusium”, analizzando i resti dell’edificio esistenti e la conformazione degli stessi, optava che nell’antichità fosse stato adibito ad uso sepolcrale.

Nell’anno 1978 la Soprintendenza archeologica della Puglia a seguito di un’indagine archeologica ha accertato che il quadrato laterizio, così come chiamato dal Mola, altro non è che il tempio per intero, con dieci colonne sui lati lunghi e sei sul fronte e sul retro, al quale si accedeva attraverso un’ampia scalinata.

L’edificio era compreso in uno spazio porticato cui si accedeva probabilmente da un propileo.

Il tempio è dedicato a Giove, come si evince dal ritrovamento di una statua del dio Giove nell’area del Tempio. Quanto all’epiteto di Toro, così come ritenuto dalla Prof.ssa Raffaella Cassano, dell’Università degli Studi di Bari, potrebbe riferirsi alla zona sopraelevata in cui il tempio fu edificato o anche all’altezza svettante del monumento stesso nel settore della città. Nella toponomastica toro significa appunto sporgenza o rialzo di terra, dal latino torus, e nel linguaggio napoletano “tuoro” è sinonimo di colle. Anche nel latino medievale con le voci “Toro” e “Toretus” si identificava un monticello o un luogo sopraelevato.

A partire dalla scorsa estate il sito archeologico, gestito dalla Fondazione archeologica, è visitabile accedendo direttamente all’interno dell’area. Rientra, inoltre, nell’itinerario romano, periodo di forte espansione economica e commerciale per Canosa. Le visite guidate al patrimonio archeologico canosino sono organizzate da personale autorizzato e riprenderanno al termine dello stato di emergenza sanitaria, quando siti e musei verranno riaperti al pubblico, contattando il numero di call center presente sul sito www.canusium.it.

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