MOLA DI BARI – Lunedì 25 gennaio alle ore 10 la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ospiterà nel cortile della Centrale Montemartini, davanti alla sede dell’Aamod a Roma (Via Ostiense 106), una cerimonia laica per dare l’ultimo saluto a Cecilia Mangini insieme a colleghi e amici che vorranno partecipare. Con Vincenzo Vita, presidente dell’Aamod, ci saranno il figlio di Cecilia, Luca Del Fra, il regista Paolo Pisanelli e le giornaliste Laura Delli Colli e Gabriella Gallozzi a ricordare l’impegno, la passione e l’intensa attività di una donna da sempre in prima linea con la sua arte cinematografica.
Garante della Fondazione, la Mangini ha realizzato proprio per l’AAMOD una delle sue opere più note, il film-documentario “Essere donne”, visibile fino a oggi (24 gennaio) sulla pagina FB e sul canale YouTube di AAMOD. La cerimonia si terrà all’aperto e nel rispetto della normativa anti Covid. L’ingresso sarà contingentato e l’accesso non sarà consentito all’interno degli spazi della Fondazione. Sarà invece possibile seguire da remoto la cerimonia, che verrà trasmessa in diretta Fb e YouTube. Per informazioni: info@aamod.it.
Cecilia Mangini, nata a Mola di Bari nel 1927, documentarista e fotografa, fin dall’inizio del suo lavoro porta uno sguardo impegnato, attento e personale sugli individui e sulla società, dedicando un’attenzione particolare ai temi della marginalità, dell’immigrazione e delle ingiustizie sociali. Prima donna a girare documentari nel dopoguerra, sceneggiatrice di alcuni lungometraggi e di più di quaranta cortometraggi, in gran parte realizzati insieme al marito Lino Del Fra, ha esplorato con la sua macchina da presa l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, spesso volgendo lo sguardo al Sud Italia e alla Puglia, per cercare i rituali di una cultura antica che scompariva travolta dalle veloci trasformazioni imposte dal boom economico.
Nel 2009 Cecilia ha ricevuto a Firenze la Medaglia del Presidente della Repubblica, «per aver trasmesso alle generazioni future, attraverso la sua attività di cineasta documentarista, alcune delle più belle immagini dell’Italia degli anni ‘50 e ‘60». I suoi documentari, realizzati negli anni del boom economico al centro e al nord Italia, rivelano i ritardi e le arretratezze che la politica democristiana contribuisce a mantenere tali. Il suo esordio nel documentario ha i titoli di Ignoti alla città (1958) e de La canta delle marane (1962), realizzati nelle borgate romane, veri e propri lager in cui Mussolini aveva esiliato operai e artigiani. Cecilia Mangini ne chiederà il testo a Pier Paolo Pasolini e sempre Pasolini scriverà il commento di Stendalì – nato dall’incontro con il grande etnologo Ernesto De Martino che aveva posto al centro dei suoi studi la cultura delle classi contadine meridionali.
‘Stendalì – Suonano ancora’ (1960) girato a Martano, un piccolo paese di lingua grika del Salento, è l’unica testimonianza filmata del pianto funebre, un rito antico praticato da tre millenni, ma destinato a scomparire nel volgere di pochi anni. Nel 1960 Cecilia accompagna Lino Del Fra, suo marito, durante le riprese di altri due documentari ispirati dalle ricerche di De Martino, L’inceppata e La passione del grano. L’influenza di De Martino resterà sempre un’impronta a sostegno della sua capacità narrativa e partecipativa alle vicende del Mezzogiorno e alle sue lotte di emancipazione. Nel 1962 realizza come regista assieme a Lino Micciché e Lino Del Fra il film ‘All’armi, siam fascisti!’ con il testo di Franco Fortini e le musiche di Egisto Macchi. Scrive le sceneggiature dei film La torta in cielo e Antonio Gramsci i giorni dal carcere, per la regia di Lino Del Fra e La villeggiatura regia di Marco Leto.
Sarà questo il leit-motif dei suoi documentari. Dal 1960 smette di lavorare come fotografa e si dedica interamente al cinema e agli impegni familiari. La fotografia diviene ora uno strumento di indagine e di attività al servizio del suo lavoro cinematografico. Indimenticabili i suoi ritratti ai volti i più grandi del XX secolo: Elsa Morante, Curzio Malaparte, Federico Fellini, Charlie Chaplin, John Huston, Vasco Pratolini e molti altri. Nell’ultimo decennio le sono state dedicate numerose mostre fotografiche: nel 2008 a Trieste; nel 2010 in Francia, a Créteil nel corso della retrospettiva che le ha dedicato il 33° Festival de Films des Femmes; nel 2011 a Barcellona nel corso della sua retrospettiva al Festival de Dones; nel 2015 a Lipari, nel 2016 a Bari, nell’ambito del BIF&ST e nei Cineporti di Puglia (Lecce e Foggia), nel 2017 al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari a Roma, nel 2017 la mostra CECILIA MANGINI – visioni e passioni, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli, realizzata da Big Sur, Erratacorrige, Cinema del reale, OfficinaVisioni.
Dal 2013 è tornata alla regia grazie al coinvolgimento della regista Mariangela Barbanente con la quale ha realizzato il documentario In viaggio con Cecilia. Recentemente Cecilia Mangini ha inoltre stretto un sodalizio artistico con il regista Paolo Pisanelli, con il quale ha realizzato i film: Le Vietnam sera libre (2018), Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam (2020), Grazia Deledda la rivoluzionaria (2021), e in post produzione il film dal titolo Il mondo a scatti, una riflessione sulla tempesta di immagini del contemporaneo.
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