BARI – Si è concluso da poco il presidio organizzato da Fai, Flai e Uila, dinanzi alla Prefettura di Bari in piazza della Libertà, per protestare contro i provvedimenti del decreto sostegni che hanno ancora una volta penalizzato i lavoratori e le lavoratrici del settore agricolo, perpetrando una grave ingiustizia verso i 172mila braccianti occupati in Puglia, di cui 37mila solo a Bari. Una platea importante esclusa dal diritto a qualsiasi sostegno, malgrado abbia subìto la perdita di migliaia di giornate di lavoro a causa dell’emergenza covid.
“Alla delegata della Prefettura di Bari che ci ha accolti abbiamo rappresentato le istanze di tutti quei lavoratori dimenticati dal Governo – esordiscono Fiore, Lepore e Buongiorno, Segretari Provinciali di Bari di Fai, Flai e Uila – abbiamo parlato della contrazione del numero di giornate dei braccianti e della situazione dei braccianti e dei dipendenti ai agriturismi e aziende florovivaistiche che versano in una condizione preoccupante, perché non hanno potuto lavorare e nemmeno raggiungere i requisiti utili per accedere alla disoccupazione agricola e non hanno ricevuto sostegni e ristori quei lavoratori. I lavoratori agricoli si sentono messi da parte, nonostante siano stati indispensabili in piena pandemia per assicurare la continuità degli approvvigionamenti di derrate alimentari. Fai, Flai e Uila, pertanto, chiedono alcune misure indispensabili a tutelare lavoratrici e lavoratori, quali il conteggio per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019; l’introduzione del bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; il riconoscimento di una cassa integrazione stabile per i pescatori. Inoltre, nella piattaforma rivendicativa, abbiamo unitariamente posto quali punti essenziali anche la richiesta di riconoscere la clausola sulla condizionalità sociale nella politica agricola comune (Pac), affinché i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali“.
In piazza i sindacati hanno ribadito il proprio no ai voucher: “Siamo contrari al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori. Quella della mancanza di manodopera è una finta motivazione: i voucher ci sono e rendono flessibile il lavoro, supportando l’occupazione di determinate categorie di persone. Ma non si utilizzi il tema dei voucher per creare le condizioni di un lavoro opaco, poco incline al rispetto dei contratti”. Proprio sul tema dei contratti i Segretari hanno precisato: “C’è l’esigenza improcrastinabile di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, le cui trattative sono ormai bloccate da troppi mesi“.
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