Il progetto della Superlega di calcio naufraga definitivamente a 48 ore dalla sua nascita. In sequenza, da ieri sera, si sono ritirate prima le 6 squadre inglesi, poi l’Inter e l’Atletico Madrid e infine il Milan. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, è stato costretto ad ammettere che il progetto non esiste più, mentre in Borsa il titolo della società, che due giorni fa aveva fatto registrare un importante rialzo, cede il 12%. Per il premier britannico Boris Johnson è “il risultato giusto” per i tifosi e i club. Per Ceferin, presidente della Uefa “è ammirabile ammettere di aver sbagliato”. Già in nottata una bozza di nota ufficiale aveva annunciato una trasformazione del progetto: “il calcio europeo ha bisogno di un cambiamento e la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto”. Dietro la spinta dell’opinione pubblica, delle istituzioni e soprattutto dei tifosi (compresi quelli della Juve che hanno esposto uno striscione all’esterno dello stadio di Torino), anche le altre big del calcio europeo hanno dovuto alzare bandiera bianca.
Mauro Denigris