SUPERLEGA, IL CLUB DEI 12 RESISTE

La Redazione
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Superlega – Si sbagliava di grosso chi credeva che il club dei 12 si sarebbe arreso facilmente; chi riteneva conclusa prima ancora che cominciasse l’avventura Superlega. Florentino Perez, presidente del Real Madrid, ha svelato ulteriori dettagli in una recente intervista rilasciata a “El Larguero”, trasmissione notturna di Caden Ser, una delle principali radio sportive iberiche. “Nessuna società ha abbandonato la Superlega. Nessuna ha pagato la clausola per uscire dal progetto”, ha affermato il numero uno della “Casa Blanca”. Quindi, semplificando il  discorso,  i “Padri Fondatori” sono ancora uniti, meno compatti forse, ma uniti. Del resto, il gruppo ha ammesso di aver sbagliato nella comunicazione, ma non  ha mai messo in discussione la bontà del progetto. Tra scuse a denti stretti e mea culpa fugaci, tanto quanto la Superlega,  hanno colto all’unisono l’occasione per ribadire che il calcio è in crisi e l’UEFA ha le sue responsabilità.

 

 

Conte, Maldini e Ceferin  – La disputa è soprattutto mediatica. Paolo Maldini, capo dell’area tecnica del Milan, si è tirato fuori diplomaticamente. Gli accordi sono stati raggiunti al di sopra della sua testa. Discorso chiuso. Antonio Conte, allenatore dell’Inter, ha partecipato al dibattito senza filtri o frasi di circostanza. “Penso che l’Uefa debba dare più soldi ai club e tenerne meno per sé, spremendo i calciatori come limoni”. Stile e parole graffianti, come ci si aspettava da lui. Concetti rivolti esclusivamente al nemico maggiore dei colossi del calcio: Aleksander Ceferin. Il presidente UEFA ha intuito di avere sotto i piedi terreno fertile e non ha abbassato i toni. La Brexit del pallone potrebbe concretizzarsi comunque, nonostante il passo indietro. Dipenderà dal volere del Comitato esecutivo UEFA. Ceferin paventa punizioni esemplari per tutti, ad eccezione delle sei inglesi, convinte ad uscire dalla Superlega con la promessa di una lauta ricompensa( soldi, tanti soldi ). Intanto tace sul suo compenso, 2,19 milioni di euro lordi, e un aumento di 480mila euro, riconosciuto nell’anno della pandemia. Una gratificazione economica su cui vige il massimo riserbo. Il modo migliore per predicare bene e razzolare male.

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