Ex gip arrestato a Bari, l’ipotesi è che custodisse armi per i clan

La Redazione
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L’arsenale trovato in una villa ad Andria che ha portato al secondo arresto in meno di un mese dell’ex gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, potrebbe essere stato custodito dal giudice molfettese anche per conto della criminalità organizzata. L’ipotesi si legge negli atti della Dda di Lecce che hanno portato ad una nuova misura cautelare in carcere per traffico di armi, anche da guerra, nei confronti di De Benedictis, già detenuto per corruzione in atti giudiziari. Nel provvedimento si legge che “è di fondamentale importanza l’accertamento in merito sia alla provenienza delle armi sia alla possibile detenzione delle armi anche per conto di soggetti terzi, appartenenti a persone orbitanti nell’ambito della criminalità organizzata locale”.
Già dopo la perquisizione del 9 aprile scorso, in cui De Benedictis fu colto in flagranza con in tasca i soldi di una presunta tangente pagata dall’avvocato Giancarlo Chiariello, arrestato con lui il 24 aprile scorso, l’ex gip si preoccupava di essere scoperto anche sull’arsenale, tanto che ne parlava al telefono con il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito italiano Antonio Serafino (anch’egli in carcere da ieri nell’ambito dello stesso procedimento). De Benedictis, due giorni prima di essere arrestato, gli confida – si legge nell’ordinanza del gip Giulia Proto – di “temere che un eventuale rinvenimento dell’ingente materiale avrebbe smascherato la provenienza delle armi perché ‘risalgono a chi non devono’”.
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