“Muriki”, il nuovo EP del brindisino Attilio Errico Agnello tra funk dell’Africa e le tradizioni del Mediterraneo

La Redazione

muriki

BRINDISI – “Muriki” è il titolo del nuovo EP e del progetto firmato dall’artista brindisino Attilio Errico Agnello, disponibile da martedì 22 giugno in tutte le piattaforme digitali e pubblicato da Redgoldgreen in collaborazione con “Programmazione Puglia Sounds Record 2020/21”. Un disco che ruota attorno ai ritmi e al calore dell’afro-funk, cinque tracce che seguono il modello standardizzato dell’esposizione tematica e dell’improvvisazione. Temi strumentali si coniugano con la contaminazione di ritmi e suoni dell’Africa e dal Mediterraneo, dove i testi nascono da un approccio ritmico all’uso della parola cantata, dalla ricerca lessico/etimologica oltre che sonora del linguaggio usato. Il nome del progetto “Muriki” fa riferimento ai primati “acrobati” della foresta atlantica, che hanno tra le caratteristiche che più colpiscono quella di un forte senso di comunità e insieme di una assenza di competizione sociale.

Due binari paralleli sono alla base di questa visione: da un lato la musica strumentale, dall’alto la scrittura di testi con valore oltre che comunicativo anche ritmico/sonoro. Per entrambi il punto di partenza è la ricerca che da elementi culturali, lirici, musicali della tradizione mediterranea del Sud Italia e Salentina in particolare, si sviluppa sino a trovare il punto di incontro più naturale possibile con stilemi espressivi e modi ritmico/melodici africani. Nei brani strumentali le melodie nascono come risultato di profonde elaborazioni dei materiali tematici, principalmente a carattere ritmico/percussivo. Le armonie sono essenziali e la sezione ritmica si concretizza nel groove, il motore costante che spinge tutto il sound. Alcuni testi sono in inglese, altri nascono dalla ricerca di parole del dialetto dell’antica civiltà contadina, parole che hanno forza, suono e significato e che possono veicolare un messaggio di consapevolezza e speranza.

“Mmasùna” nasce dalla scoperta dei termini dialettali salentini “allà mmasùna” e “mmassunàri”, che nel mondo contadino venivano usati col significato di radunare, ma, anche nascondere. Attraverso l’evocazione di immagini di una umanità ammassata, deportata e nascosta, il brano punta ad una piccola riflessione sul tema delle migrazioni per necessità e delle nuove schiavitù.

Ispirandosi al capo scuola Fela Kuti, che parlava di “colonizzazioni mentali” per raccontare le divisioni generate da una realtà manipolata dal potere, “Involution” è un pezzo in inglese che esorta alla presa di coscienza di questa condizione e di quanto sia necessario liberarsene. Le altre tracce “Calìa” e “Hojo”, invece, sono tutte strumentali ma altrettanto ricche di accenti e sfumature della black music più contaminata. Il sax di Muriki, la tromba di Pietro Gioia e la chitarra di Francesco Fioravanti colorano le cornici disegnate dalla batteria di Pietro Sinatra, dal basso di Paolo Mazziotti e dalle percussioni di Tupachanga Cuba sempre cori di Valentina Bausi.

Il videoclip realizzato da Gianluca Distante, vede alternarsi al playback dei musicisti le danze dei ballerini che per tutta la durata del brano volteggiano tra canne di bambù e un falò. I primi piani di Muriki e Valentina Bausi sono inseriti in una cornice grafica, che vuole sottolineare proprio le loro parti liriche.

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