CORIGLIANO D’OTRANTO (LE) – Da mercoledì 18 a lunedì 23 agosto all’Art&Lab Lu Mbroia di Corigliano d’Otranto i progetti Ravian, Kërkim, Lamorivostri e Taxìdi saranno protagonisti della seconda edizione della rassegna Le vie del Melograno, ideata e diretta da Nabil Bey, cantante, autore e compositore di origine palestinese, voce dei Radiodervish. L’albero del Melograno ha una storia profondamente legata a quella del nostro mare, il Mediterraneo. Sin dall’antichità il Melograno è stato testimone del tempo di questo mare ed ha rappresentato un simbolo d’unione tra i popoli, di perfezione divina, di fertilità , di bellezza, di pace e di lotta contro l’odio e la guerra. Le Vie del Melograno è una rassegna che vuole percorrere idealmente i luoghi poetici, culturali e musicali del Mediterraneo ispirandosi alla simbologia rappresentata dall’antica pianta della mela granata.
Si parte mercoledì 18 (ore 21:30 – contributo associativo 10 euro) con Ravian, progetto che vede insieme Nabil Bey e Pejman Tadayon, musicista e compositore persiano. Uno spettacolo dedicato alla musica, alla poesia e alle danze mistiche della cultura arabo persiana. Entrambi gli artisti vivono in Italia da tanti anni e grazie alla loro ricerca e alle diverse collaborazioni hanno maturato questo progetto unico dove si parla di unione tra tutte le culture. Nabil (voce, chitarra) e Pejman Tadayon (voce, oud) saranno affiancati da Angelo Urso (contrabbasso), Simone Pulvano (percussioni) e Jolina Iavicoli (danza).
Giovedì 19 (ore 21:30 – contributo associativo 10 euro) secondo appuntamento con le frequenze mediterranee dei Kërkim. Il progetto nasce a Lecce nel novembre del 2012 sulla scia di un percorso di ricerca musicale che lega le terre del bacino del Mediterraneo lavorando sulle sonorità tradizionali dei diversi territori (musica mediorientale, flamenco, balkan, folk salentino e campano, canti greci e albanesi). Dall’Albania Kërkim prende il suo nome, nel significato di “ricerca” e “osservazione”, un continuo movimento reso possibile dal dialogo, essenza della world music, e dalla sperimentazione di un linguaggio contemporaneo. Le provenienze musicali e il percorso artistico di lungo corso di ogni singolo componente sono messi a bagaglio nel viaggio che porta nelle proprie composizioni le frequenze, i ritmi e i colori di molti Paesi, riletti e riarrangiati secondo lo stile Kërkim. La band, composta da Maurizio Pellizzari (voce, chitarra, saz e mandolino) Vincenzo Grasso (clarinetto e sax soprano) Bruno Galeone (fisarmonica), Manuela Salinaro (percussioni) e Francesco Pellizzari (batteria) si è esibita in importanti festival in tutta Italia e in Europa.
Domenica 22 (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) spazio alle musiche popolari dal mondo del trio Lamorivostri. Tre voci, tre modi di essere artiste nel mondo della musica tradizionale, da quella italiana alle sonorità rom, dalla canzone d’autore alla poesia popolare fino alle composizioni originali. Lavinia Mancusi (voce, violino, chitarra percussioni), Monica Neri (organetto, lira calabrese, ciaramella e percussioni) e Rita Tumminia (organetto, voce e percussioni), con questo lavoro danno voce e musica al repertorio tradizionale, ma allo stesso tempo uniscono la propria esperienza artistica dando vita ad un viaggio musicale intenso ed originale dove la creatività prende forme ed espressioni diverse, dove contaminazione e tradizione camminano insieme unendosi in una nuova ed originale proposta.
Lunedì 23 (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) Le vie del Melograno si conclude con il concerto dei Taxìdi, esperienza nata dall’incontro di musicisti italo-greci, uniti dalla comune passione per la Grecia, la sua cultura e la sua musica. Il gruppo propone composizioni originali e brani della tradizione musicale ellenica, dai pezzi più conosciuti a canzoni provenienti dalle isole più remote del mar Egeo. Nel repertorio si trovano i celebri Sirtaki, Rebetiko, Hassaposerviko e molte altre forme musicali di carattere festoso e da ballo.
Fino alla fine di agosto la programmazione de Lu Mbroia proseguirà con Viaggio nella storia del Jazz e della musica brasiliana con Valentina Grande e Claudio Tuma (venerdì 20 e sabato 21), Ghetonìa (venerdì 27 e sabato 28), Redi Hasa (domenica 29).
Prima del live (dalle 20:30) sarà possibile prenotare un tavolo per il pre-concerto per degustare primi e secondi piatti, insalatone, verdure e i vini delle Cantine Duca Guarini di Scorrano. Ingresso riservato ai soci. Posti limitati e distanziati con prenotazione consigliata lumbroia@massimodonno.it – 3381200398.
Venerdì 20 e sabato 21 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) la cantante Valentina Grande e il chitarrista Claudio Tuma proporranno invece un Viaggio in due serate tra jazz e musica brasiliana. Nel primo appuntamento i due reinterpreteranno brani di Chick Corea, Rachelle Ferrell, Pat Metheny, Thelonious Monk, Djavan, H.Hancock, Quincy Jones, Baden Powell, Dee Dee Bridge Water e altri esponenti del jazz internazionale. Nel secondo affronteranno un percorso che spazia tra bossa nova, latin jazz, funk brasiliano. In scaletta brani di Vinicius De Moraes, Tom Jobim, Gal Costa, Elis Regina, Rosa Passos, Marcos Valle, Milton Nascimento, Arry Borroso, Leny Andrade, Chico Cèsar, Joao Gilberto, Newton Mendoca, Tania Maria, Caetano Veloso e di altri grandi rappresentanti della musica brasiliana tradizionale e contemporanea. Valentina Grande ha un curriculum ricchissimo, fatto di formazione accademica ed esperienze su palchi prestigiosi in giro per il mondo. Si è esibita e ha collaborato in vari progetti con l’autore e cantante Bungaro, il bassista Cesare Chiodo (Vanoni, Mannoia, Mina), il chitarrista Michele Ascolese (De André), il bassista Massimo Moriconi (Mina). Claudio Tuma, sulla scena musicale italiana già dalla fine degli anni ’70, ha avuto il pregio, sicuramente reciproco, di lavorare al fianco di tanti artisti internazionali (Flaco Biondini, Franco Simone, Giorgia, Dee Dee Bridgewater, Elton John e Rufus Thomas). Molte anche le partecipazioni in campo jazzistico con musicisti come il trombettista Marco Brioschi, il bassista Massimo Moriconi, il sassofonista James Thompson, il percussionista Gilson Silveira ed altri ancora.
Venerdì 27 e sabato 28 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 8 euro) due serate intense, di musica e racconti dalla terra del Sud, in compagnia dei Ghetonìa, uno dei gruppi più importanti e longevi della musica popolare salentina. Il gruppo ha come storico animatore Roberto Licci (voce e chitarra acustica), che già dal lontano 1972 si interessava di canto e musica popolare di Terra d’Otranto e della Grecìa Salentina. Da sempre il gruppo si è dedicato in maniera specifica allo studio della canzone grika, ricreandola e arricchendola, contribuendo così a dare visibilità a questa lingua attraverso la musica. I Ghetonìa, che hanno prodotto e pubblicato una ricca discografia, non si sono limitati ad interpretare i canti della tradizione, ma ne hanno composti di nuovi, utilizzando poesie popolari in griko e testi poetici colti, soprattutto di Vito Domenico Palumbo. Hanno partecipato a numerosissime manifestazioni in Italia, Iraq, Cuba, Isole di Cabo Verde, Francia, Madeira, Spagna, Romania, Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera, Portogallo e soprattutto Grecia con più di 150 concerti, conquistando sempre apprezzamenti e un notevole successo.
Domenica 29 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro), infine, ultimo appuntamento di agosto con Redi Hasa che, affiancato da Rocco Nigro (fisarmonica), Marco Schiavone (violoncello) e Christian Musio (violino), presenterà i brani di The Stolen Cello, primo album solista del violoncellista albanese, uscito per Decca Records. Dai Balcani alle terre della Tarantola a Robert Plant e Ludovico Einaudi: in un violoncello rubato Redi Hasa ha messo tutta la sua vita. Maestro e mago dello stile cantabile, racconta il mondo invisibile attraverso un suono maestosamente umano. Dopo aver lavorato per molti anni nell’ensemble di Ludovico Einaudi e, non ultimo, per il progetto “Seven Days Walking” (2019), Redi Hasa esordisce da solista con un album ispirato alla sua storia di ragazzo, coinvolto nel conflitto albanese nei primi anni ’90, fuggito in Italia per cambiare vita con la cosa più preziosa che possedeva: un violoncello.
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