Ugo Foà, napoletano di 93 anni, ha ottenuto ieri la cittadinanza onoraria della città di Trani in quanto uno degli “scampati” all’orrore dei campi di sterminio.
Dopo la delibera di febbraio 2020, il sindaco di Trani Amedeo Bottaro ha conferito la pergamena nelle mani dell’uomo, che ha poi ripercorso con emozione la sua storia.
In seguito alle leggi razziali promulgate quando Foà aveva solo 10 anni, quest’ultimo fu costretto a non andare più a scuola poiché di razza ebraica. Per ben 5 anni, dunque, fu costretto a studiare da privatista per continuare con la sua istruzione. Queste le sue parole: “Io per cinque anni non sono potuto andare a scuola, mi hanno rubato 1.000 giornate scolastiche e ne sono creditore perché la scuola è nostra, è dei ragazzi, e non essere potuto andare a scuola mi è pesato molto. Per questo, ogni volta che porto la mia testimonianza in una scuola, recupero uno di quei mille giorni”.
Dopo 40 anni di silenzio, Ugo Foà è riuscito a trovare la forza per raccontare quanto vissuto da lui e dai suoi familiari: oggi il 93enne continua a testimoniare, soprattutto tra i giovani, il terrore di quegli anni, le brutalità delle leggi razziali e la privazione dei diritti.
Testimonianza della brutalità delle leggi razziali
Proprio per la sua ‘instancabile testimonianza della promulgazione delle leggi razziali‘ la Città di Trani si è espressa positivamente sul conferimento della cittadinanza onoraria. Come precisato dal presidente della comunità ebraica di Napoli, Lidia Schapier, “Trani nel corso dei secoli è sempre stata faro di civiltà e culla della cultura ebraica, e nei momenti difficili che stiamo vivendo non nasconde la sua vocazione. Il conferimento di tale riconoscimento a Ugo Foà si iscrive appunto in questa strada di legami sempre più stretti tra Puglia ed il mondo ebraico“.
Entusiasta del conferimento si è mostrato il primo cittadino Amedeo Bottaro, che ha così commentato l’onorificenza: “Lo ritenevamo un atto significativo che la nostra città non poteva non compiere e siamo contenti di averlo fatto e di avere Foà qui, per due ragioni non soltanto per dimostrare da che parte siamo, dalla parte dell’uguaglianza e della giustizia, ma anche perché non bisogna dimenticare e non dobbiamo dimenticare“.
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