Tra i numerosi beni culturali di Canosa di Puglia spiccano sicuramente gli Ipogei Lagrasta, il più grande complesso ipogeo del Sud Italia.
Meraviglioso esempio di architettura funeraria della necropoli dauna, gli Ipogei Lagrasta sono considerati la dimora eterna degli artistocratici che sono vissuti nella città pugliese nella lontana età ellenistica.
In ottimo stato di conservazione, questi beni si trovano nel pieno centro abitato canosino, più precisamente nella parte sudoccidentale. Interamente scavato nella roccia, questo complesso è costituito da diverse stanze, che prendono rispettivamente il nome di Lagrasta I, II e III, e hanno tutti un orientamento Est-Ovest.
Scoperte in maniera del tutto casuale da Vito Lagrasta (da cui prendono il nome) nel 1843, le celle di questo importante plesso furono studiate dagli architetti del tempo, che capirono subito di essere dinnanzi a una scoperta sensazionale.
Ipogei Lagrasta: cosa vedere
Tutti gli ipogei, con orientamento est-ovest, sono interamente scavati nella roccia, e sono composto da Lagrasta I, II e III.
Il più grande di tutti, il Lagrasta I, è caratterizzato da un ampio dròmos (corridoio) di accesso e da nove ambienti, tra camere e vestiboli. Questo era destinato a una famiglia aristocratica del IV secolo a.C.
Sebbene il trascorrere degli anni, all’interno dei suoi ambienti è ancora possibile intravedere tracce di intonaco rosso e bianco, un’iscrizione riguardante Medella Dasmia, l’ultima nobile che fu posta qui dentro, diversi graffiti e firme di artigiani che ci lavorarono.
Meno imponenti sono gli altri due ipogei: se il Lagrasta II è costituito da due camere in asse con il dromos, il Lagrasta III è caratterizzato da un dromos inclinato e un ambiente che si apre sulla parete destra del corridoio.
L’intero complesso è visitabile previa prenotazione.
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Foto: Fondazione Archeologica Canosina
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