Giovinazzo, la cittadina che dista soli 20 Km di Bari, è un luogo ricco di arte e storia risalente all’età del Bronzo, il cui primo nucleo è stato fondato dai peuceti con il nome di Netium. Tra le tante sorprese che riserva la città, c’è il dolmen rinominato di S. Silvestro.
La scoperta della tavola di pietra è avvenuta solamente nel 1961, quando sulla strada provinciale Giovinazzo–Terlizzi furono iniziati dei lavori che prevedevano la demolizione di una grande specchia di pietrame (specchia Scalfanario). L’incredibile scoperta è subito apparsa in un ottimo stato di conservazione.
La struttura del Dolmen di S. Silvestro
Oltre alla tavola, è stato scoperto un vero e proprio sito funerario, probabilmente risalente all’Età del Bronzo (dal 2000 al 1000 a.C.). La realizzazione del dolmen fu eseguita servendosi di un sistema molto diffuso, quello del Trilitismo. Il tumulo presenta al suo interno una lunga galleria, il cui nome tecnico è dromos, eretta grazie a due lastroni di pietra infissi in verticale rispetto al terreno. Il tutto è stato poi coperto da altre lastre poste in orizzontale. A sud della galleria c’è un ambiente scoperto con pianta circolare a forma di tronco di cono rovesciato, chiamato tholos. A nord, invece, si trova il piano di deposizione in cui sono stati trovati resti umani appartenenti probabilmente a 13 individui appartenenti alla facies protoappenninica.
La scoperta sensazionale, però, non si ferma qui: altri scavi approfonditi hanno rilevato la presenza di altri strati archeologici caratterizzati dalla presenza di altri resti umani precedenti alla costruzione del dolmen.
Spesso offuscato della vicina Bisceglie, il sito di S. Silvestro è in realtà considerato uno dei più completi d’Italia. Visitare il luogo è possibile grazie all’accordo siglato tra la Soprintendenza e il Comune di Giovinazzo.
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