Consuetudine vuole che in occasione del Giovedì Santo i cattolici cristiani, ma non solo, si apprestino a vivere il clou della Settimana Santa ricca di celebrazioni religiose, momenti di riflessione, processioni, come il rito “dell’altare della reposizione” volgarmente definito i “sepolcri”.
Tutto questo fa da cornice, altresì, ad un qualcosa di straordinario che l’arte a braccetto con la storia ci hanno insegnato. Michelangelo, per esempio con la “sua Pietà”, le opere sacre del Caravaggio piuttosto che del Perugino.
Il Giovedì Santo, come narrano i vangeli, rappresenta il momento più intimo che Gesù ha con i suoi apostoli, quel momento che diventa un misto tra tristezza e dono, tra morte e risurrezione a nuova vita: l’ultima cena terrestre per Cristo tra i suoi amici, ma l’inizio verso un viatico di salvezza per tutti.
Questo momento catartico è raccontato benissimo in un’opera d’arte straordinaria: l’ultima cena di Leonardo da Vinci.
L’ultima cena, appunto, dipinto di Leonardo da Vinci, è un’opera parietale a tempera su intonaco, databile al 1495-1498.
È conservato nel refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Si tratta della più famosa rappresentazione dell’ultima cena capolavoro di Leonardo e del Rinascimento. Leonardo utilizza un’iconografia profondamente moderna alla ricerca del significato più intimo ed emotivamente rilevante dell’episodio religioso. Gesù infatti dice: ” Uno di voi mi tradirà”. Leonardo studiò i moti dell’animo degli apostoli sorpresi e sconcertati all’annuncio dell’imminente tradimento di uno di loro, come si vede gli apostoli parlottano fra loro, si interrogano, si chiedono chi mai possa essere.
Ma purtroppo Giuda ha già preso accordo con i soldati e tutto è già scritto.
Religione, storia, tradizioni popolari ed arte, si intrecciano, dunque, in un “unico posto”, come quel cenacolo dove il figlio di Dio si è donato per amore con corpo e sangue facendosi il primo servitore: il maestro che lava i piedi ai suoi apostoli; Giuda lo tradisce, poi la morte in croce, ma sarà solo l’inizio della Pasqua, che significa passaggio, risurrezione, sconfitta del male per tutte le genti. In questo anche l’arte, come il capolavoro di Leonardo, non si è sbagliata restando simbolo di bellezza divina per secoli e secoli.
Stefano Patimo
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