BARI – Questa mattina gli assessori ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso, e al Patrimonio, Vito Lacoppola, il presidente dell’associazione AGEBEO & Amici di Vincenzo onlus Michele Farina, i tecnici comunali e l’impresa appaltatrice hanno partecipato al sopralluogo per la ripresa dei lavori che consentiranno di completare il “Villaggio dell’Accoglienza Trenta ore per la vita per Agebeo”, che sorge in via Camillo Rosalba su un terreno di proprietà comunale confiscato alla mafia. Le strutture, una volta terminate potranno ospitare gratuitamente i piccoli pazienti oncologici e le loro famiglie.
Come noto, il progetto nasce dalla collaborazione sviluppata negli anni tra il Comune di Bari e l’associazione di volontariato AGEBEO & Amici di Vincenzo onlus, fondata a Bari nel 1990 da un gruppo di genitori che hanno vissuto con i propri figli la dolorosa esperienza della lotta contro la leucemia e il tumore infantile.
Il completamento della struttura sarà reso possibile da un finanziamento regionale di 1 milione di euro, ottenuto dal Comune di Bari nell’ambito dell’avviso “Dal Bene confiscato al Bene riutilizzato: strategie di comunità per uno sviluppo responsabile e sostenibile” a valere sul POR Puglia 2014-2020, cui si somma un co-finanziamento del Comune di Bari di circa 700 mila euro.
I lavori, aggiudicati all’impresa pugliese Edil studio, sono stati consegnati oggi con la previsione di essere ultimati nei primi mesi del 2023.
“La realizzazione di queste opere è frutto di uno straordinario lavoro degli uffici pubblici e dei tecnici del Comune di Bari che in questi mesi hanno lavorato in sinergia per raggiungere questo obiettivo – spiega l’assessore Galasso -. Il mio ringraziamento va alle strutture, a tutti i funzionari degli uffici che hanno preso in consegna un progetto e un’opera avviata e purtroppo interrotta a metà, a causa di mancanza di risorse da parte dell’associazione titolare dell’intervento, e l’hanno portata a termine, a partire dalla fase progettuale, per poi procedere con la candidatura al bando regionale e alle procedure di appalto che non sono state semplici. A questo si aggiunge il lavoro in parallelo portato avanti dalla ripartizione Patrimonio che ha acquisito le opere realizzate così da poterle candidare al bando regionale per ottenere il finanziamento utile al completamento. Contiamo di poter terminare i lavori entro i primi mesi del 2023, così da consegnare il villaggio per l’anniversario della nascita di Vincenzo Farina con uno step intermedio nel mese di novembre, in cui ricordiamo la sua scomparsa, con l’organizzazione di un cantiere evento che permetta alla cittadinanza di conoscere l’iniziativa”.
“Con questa operazione andata a buon fine possiamo dire che il Comune di Bari ha posto un altro tassello nella gestione virtuosa dei beni confiscati alla mafia che tornano a vivere – commenta l’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola -. In questo caso abbiamo recuperato un percorso che aveva avuto delle difficoltà, con il rischio anche di perdersi, e lo abbiamo rimesso in carreggiata creando anche un sinergia con la Regione Puglia con cui stiamo finanziando l’opera. Siamo contenti che un terreno confiscato alla mafia potrà tornare nelle disponibilità della città ed essere utilizzato per sostenere le famiglie che devono assistere i propri figli in un momento difficile. Ogni bene confiscato restituito alla fruibilità della comunità rappresenta una vittoria per la città e per l’affermazione della legalità ”.
Il Villaggio dell’accoglienza Trenta ore per la vita per Agebeo
Il progetto del Villaggio nasce nel solco di una collaborazione sviluppata negli anni tra il Comune di Bari e l’Associazione di volontariato AGEBEO & Amici di Vincenzo onlus, fondata a Bari, nel 1990, da un gruppo di genitori che hanno vissuto con i propri figli la dolorosa esperienza della lotta contro la leucemia e il tumore infantile. L’associazione, in qualità di affidataria del Comune, nel 2007, di un appartamento confiscato alle mafie, in Via Tommaso Fiore, è diventata progressivamente un punto di riferimento per l’accoglienza dei familiari dei piccoli pazienti oncologici a Bari, provenienti dal territorio regionale o da altre parti di Italia, costretti ad affrontare una lunga e onerosa permanenza presso il capoluogo.
Contestualmente, nel 2016, l’associazione, partecipando a un avviso pubblico del Comune di Bari, ha ottenuto in concessione un terreno confiscato alle mafie in zona Policlinico, nel triangolo che ospita il Policlinico, l’ospedale Giovanni Paolo II (ex Cotugno) e le cliniche private Anthea e La Madonnina, con il vincolo di realizzarvi il Villaggio di accoglienza per le famiglie dei piccoli pazienti oncologici e dei presidi di carattere psicologico, socio-sanitari e riabilitativi, per i piccoli pazienti.
Nel tempo intercorso tra la concessione del terreno al 2018, AGEBEO, grazie a un’intensa attività di fund raising su scala locale e nazionale (donazioni di privati, sponsorizzazioni ed erogazioni liberali) e al sostegno finanziario di Trenta Ore per la Vita onlus, è riuscita a sviluppare il progetto tecnico esecutivo per il Villaggio e a realizzare circa il 50% delle opere previste, per un valore totale di circa 500mila euro.
Di qui, la scelta del Comune di Bari, in qualità di proprietario del suolo, di partecipare all’avviso regionale sul riutilizzo dei beni confiscati, candidando il progetto di completamento della struttura, in partnership con AGEBEO, e di garantire un cofinanziamento pari a 710mila euro.
L’intervento prevede il completamento del Villaggio, che si compone di dieci moduli, su un unico livello, dei quali otto da destinare ad abitazione e gli altri due ad amministrazione e riabilitazione psicologica.
Ciascuna unità abitativa, di circa 50 mq è dotata di camera da letto, zona soggiorno/pranzo/cucina e bagno con doccia e può ospitare fino a quattro persone.
A garanzia dell’autosostenibilità energetica del villaggio, gli uffici tecnici comunali, estensori del progetto, hanno previsto degli impianti alimentati da fonti rinnovabili per la produzione di acqua calda, per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti.
Una volta completato, il Villaggio dell’accoglienza costituirà una vera e propria eccellenza sul fronte dell’ospitalità pubblica sanitaria per il Mezzogiorno e l’intero territorio nazionale, oltre che un esempio virtuoso di riutilizzo sociale di un bene confiscato, in coerenza con gli obiettivi della Legge 109/1996 e s.m.i. e della L.R. n. 14/2019, che prevedono che la restituzione dei beni alla collettività custodisca un valore simbolico per la comunità e rappresenti un’opportunità di riqualificazione culturale, urbana e sociale, creando nuove opportunità di lavoro.
La governance di candidatura prevede, inoltre, la gestione senza scopo di lucro della struttura da parte dell’associazione di volontariato AGEBEO & AMICI DI VINCENZO ONLUS, che resterà il concessionario dell’area.
La gestione dei beni confiscati
Il progetto si inserisce coerentemente nella strategia del Comune di Bari in materia di promozione della legalità, tutela della sicurezza urbana e riuso dei beni confiscati, condotta dalle Ripartizioni Patrimonio, Polizia Locale e Urbanistica, in accordo con l’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari (AGECO).
Ad oggi il Comune di Bari possiede circa 90 immobili confiscati, di cui 70 già utilizzati per fini istituzionali o assegnati a terzi, per uso abitativo o per fini sociali. Negli ultimi anni, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, attraverso la Prefettura di Bari, ha disposto al Comune ulteriori assegnazioni: 19 beni recentemente ristrutturati e assegnati in emergenza abitativa, 67 cespiti assegnati nel 2017 tra cui 33 appartamenti, 4 ville, 2 locali commerciali, 4 locali terziario, 11 terreni agricoli di cui 1 con fabbricato rurale, 13 box e magazzini, ulteriori 2 appartamenti, 1 unità immobiliare uso ufficio e una villa, assegnati nel 2021.
L’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari (AGECO), dal 2007, opera nel Comune di Bari, per co-definire e attuare, in coordinamento con i principali attori istituzionali e sociali impegnati sul fronte del contrasto repressivo e preventivo alla criminalità (prefettura, questura, tribunale, forze dell’ordine, associazioni di categoria, tessuto sociale ecc.), politiche di sicurezza urbana e di contrasto alla criminalità, fondate su criteri di prevenzione e partecipazione.
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