Venerdì 22 luglio nell’ambito di Ritratti Festival, a Lama Sottile, Elio delle Storie Tese dedica lo spettacolo «Ci vuole orecchio» a Enzo Jannacci
MONOPOLI – L’Elio delle Storie Tese, che di stravaganze musicali se ne intende, canta e recita il maestro dell’assurdo Enzo Jannacci, al quale è dedicato lo spettacolo «Ci vuole orecchio», omaggio al Buster Keaton della canzone in programma per il Ritratti Festival di Monopoli, venerdì 22 luglio (ore 21), a Lama Sottile, in collaborazione con l’Agìmus Festival.
In realtà, Jannacci amava definirsi «poetastro», anche se non amava molto le etichetta il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, riusciva a spiazzare, a stupire. Popolare e anticonformista contemporaneamente, Jannacci è stato anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie, quella degli anni Sessanta e Settanta, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’impossibile, realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale: barboni, tossici, prostitute coi «calzett de seda», gente con «i scarp de tennis», ma anche cani coi capelli e telegrafisti dal cuore urgente.
Nato dalle parti di Lambrate, Jannacci viene rivisitato e reinterpretato da Elio con gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri suonati dentro la scenografia coloratissima di Giorgio Gallione (curatore di regia e drammaturgia) da una band di cinque elementi composta da Alberto Tafuri (pianoforte), Martino Malacrida (batteria), Pietro Martinelli (basso e contrabbasso), Sophia Tomelleri (sax) e Giulio Tullio (trombone). A loro il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, che si tratti di Umberto Eco o Dario Fo, Francesco Piccolo, Marco Presta o Michele Serra. «Un po’ circo, un po’ teatro-canzone, lo spettacolo – spiega Gallione – permette ad Elio, filosofo assurdista e performer eccentrico, di surfare sul repertorio dell’amato Jannacci, nume tutelare e padre putativo di quella parte della storica canzone d’autore che mai si è vergognata dello sberleffo libertario, e che considera il comico, anche in musica, un potente strumento del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo».
Info www.ritrattifestival.it – 380.2184508 e 393.9935266. Biglietti su vivaticket.
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