BARI – Si è tenuta questa mattina la cerimonia di intitolazione di un giardino situato nel parco giochi comunale compreso fra via Santi Cirillo e Metodio e viale Nicola dell’Andro, a Poggiofranco, al giovane attore barese Damiano Russo, prematuramente scomparso all’età di 28 anni il 21 ottobre 2011, a seguito di un incidente stradale accaduto a Roma dove lavorava.
Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Antonio Decaro, i familiari, gli amici, i compagni di scuola e i rappresentanti di alcune associazioni del quartiere Poggiofranco dove Damiano Russo è cresciuto, l’assessora alle Culture Ines Pierucci, il presidente del Municipio II Gianlucio Smaldone e una rappresentanza dei consiglieri municipali.
“Solitamente le cerimonie di intitolazione riguardano persone scomparse in età adulta, che hanno lasciato un segno dopo tanti anni di attività – ha dichiarato il sindaco Decaro -. Per questo, oggi mi risulta un po’ strano commemorare un ragazzo morto giovanissimo, che ha lasciato tragicamente i suoi cari e i suoi amici a soli 28 anni.
Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Damiano, attore talentuoso che da tempo viveva e lavorava a Roma dove ha raggiunto grandi traguardi professionali nonostante la sua giovane età. Però ricordo bene il giorno in cui se n’è andato. Ricordo in particolare le immagini della tv che inquadravano tantissimi suoi coetanei in preda allo sconforto e all’angoscia, inevitabili in occasioni del genere.
Lo ricordo bene nel ruolo del piccolo Carletto film “Tutto l’amore che c’è” di Rubini, che lo lanciò nel panorama cinematografico italiano. La cosa che più mi ha impressionato di Damiano è stata la capacità di collezionare tantissime parti in così poco tempo, un risultato che molti suoi colleghi nel migliore dei casi ottengono solo dopo tanti anni di gavetta.
Invece lui è rimasto nei cuori di quanto lo hanno potuto apprezzare sullo schermo grazie all’interpretazione di oltre venti produzioni, la maggior parte delle quali serie che quindi prevedono più apparizioni rispetto ai film.
Ciò significa che Damiano Russo è stato un bravo attore, un ragazzo che ha creduto fortemente nel suo sogno e che è riuscito, in pochissimo tempo, ad entrare nei cuori degli spettatori.
Ma significa anche che Damiano Russo aveva qualcosa in più: non solo il talento ma anche la semplicità, l’entusiasmo e quell’autenticità che lo rendevano ancora più bello, “speciale”, come hanno ricordato molti dei suoi amici e colleghi durante la commemorazione organizzata all’indomani della sua scomparsa al teatro Valle di Roma.
Damiano era nato a Bari, era un nostro concittadino, un ragazzo di cui siamo orgogliosi e di cui vogliamo conservare la memoria perché altri ragazzi possano conoscere la sua storia e il suo percorso.
Per questo oggi siamo orgogliosi di intitolargli uno spazio pubblico a Poggiofranco, il quartiere in cui è cresciuto, per fare in modo che di lui e della sua breve esistenza possano sapere anche coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, come me, e che non sanno cosa è stato in grado di realizzare questo giovane attore barese che in poco più di dieci anni ha saputo conquistare il pubblico con caparbietà e talento rari”.
DAMIANO RUSSO (1983 – 2011)
Damiano Russo nasce a Bari il 26 luglio 1983 e sogna fin da bambino di diventare attore. Si trasferisce a Roma per studiare e intraprendere la carriera cinematografica.
Debutta al cinema con il film “Io non ho la testa” (1997), per la regia di Michele Lanubile. Il successo arriva però tre anni più tardi, quando il regista pugliese Sergio Rubini lo sceglie per il ruolo di Carletto in “Tutto l’amore che c’è” (2000), un’interpretazione riuscita che gli vale il Capitello d’Oro al Sannio Film Festival, la nomination al Globo d’oro come miglior attore esordiente e che, inoltre, gli spalanca le porte della fiction televisiva.
Tra il 2001 e il 2010 Damiano Russo prende parte a produzioni televisive di rilievo, in Rai e in Mediaset, che lo vedono lavorare al fianco di grandi attori del calibro, tra gli altri, di Gigi Proietti: Compagni di scuola, I liceali, Distretto di Polizia e Come un delfino.
Il suo desiderio di sfondare nel mondo dello spettacolo lo spinge, tra il 2003 e il 2008, a frequentare corsi di dizione e di arti interpretative e visive del cinema e teatro. Sempre al cinema, nel frattempo, collabora con Susanna Tamaro per “Nel mio amore” (2004) e con il maestro Pupi Avati in “Una sconfinata giovinezza” (2010). Partecipa anche a “Ice Scream” (2009), cortometraggio di Roberto De Feo (regista barese) e Vito Palumbo, premiato anche al California Film Awards.
I genitori acconsentono alla donazione dei suoi organi, interpretando coraggiosamente quella che secondo loro sarebbe stata la volontà di Damiano: saranno donati a otto persone.
Gli amici e colleghi con la famiglia gli danno l’ultimo saluto al Teatro Valle di Roma con le proiezioni dei suoi video, mentre i funerali si svolgono a Bari il 26 ottobre 2011 alla presenza di centinaia di persone.
Il 21 ottobre 2021, a dieci anni dalla sua morte, il Comune di Bari organizza una cerimonia per commemorare il giovane attore, a cui partecipano i genitori, personalità politiche, il vicepresidente nazionale di AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) e rappresentanti di Apulia Film Commission. Nel corso della cerimonia vengono donate ai genitori una pergamena e una targa dell’amministrazione comunale a lui dedicate.
Il suo personale talento, la serietà professionale e la sua cultura sono stati apprezzati da quanti lo hanno frequentato o semplicemente conosciuto.
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