La Giornata internazionale della donna (o Giornata internazionale dei diritti delle donne) è una ricorrenza internazionale che si celebra l’8 marzo di ogni anno e sottolinea la lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, portando l’attenzione su questioni come l’uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi e la violenza e gli abusi contro le donne.
Viene associata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre. Viene celebrata negli Stati Uniti a partire dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922. Spesso, nell’accezione comune, nella stampa e in campo pubblicitario viene erroneamente definita come Festa della donna, anche se è più corretto definirla Giornata internazionale della donna, poiché la motivazione alla base della ricorrenza non è una festività, ma la riflessione. Fonti ONU invitano a operare affinché nel mondo si possa raggiungere una effettiva parità di genere entro il 2030.
Sul web, chat e non solo i pareri sono discordanti: c’è chi pensa a quello che manca per onorare al meglio una donna; chi si definisce ferita dalla mancanza di uguaglianza di genere; chi aspetta che si raggiungano i traguardi tanto sospirarti per ottenere una sorta di “perfezione”. I fatti quali sono verrebbe da chiedersi? Nella società odierna della globalizzazione e della par conditio, anche tra sessi, pensare ad un equilibrio tra donna e uomo non sarebbe un reato, posto che quanto vissuto, talvolta, dal gentil sesso di violento o non rispettoso sia da biasimare e riconoscere come reato, oltretutto.
Eppure ricordare tutto questo, secondo noi, è come fare “festa”, gioire perché per ottenere un traguardo sarebbe meglio già pensare alla vittoria (festa) che lamentarsi per una sconfitta o per quello che manca. Ergo, buona FESTA della donna a tutte senza dimenticarsi di un passaggio biblico che aiuta tanto a riflettere.
“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.”
La Redazione
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