Dallo scorso 7 ottobre, giorno del massiccio attacco di Hamas a Israele in cui sono state uccise 1.400 persone, è passato poco più di un mese. Gli intensi bombardamenti dell’esercito israeliano sulla striscia di Gaza, per colpire covi e sedi del gruppo estremista palestinese, hanno provocato oltre 10 mila morti, secondo le autorità locali. Comprendere comunque l’esatta dimensione del fenomeno è estremamente complicato e le Nazioni Unite hanno definito la situazione a Gaza un «disastro collettivo». Oltre alla sofferenza e alla tragica conta dei morti, il conflitto in Medio Oriente ha fomentato, complice la disinformazione, nuove ondate di antisemitsmo e islamofobia. Ne abbiamo parlato in questo approfondimento.
Sempre riguardo all’escalation di violenza tra Israele e Hamas, questa settimana ci siamo occupati di vari casi di disinformazione. Un video registrato in Sudan che mostra un drone dell’esercito sudanese bombardare miliziani di un gruppo ribelle vicino a cisterne di benzina è stato diffuso sui social media con una didascalia in cui si afferma falsamente che le scena mostrerebbe l’esercito israeliano colpire palestinesi vicino a riserve di acqua. Sempre sui social network sono stati diffusi video e foto fuori contesto per accusare in maniera infondata gli abitanti di Gaza di fingere scene di morte e dolore per ingannare l’opinione pubblica internazionale sulle conseguenze dei bombardamenti israeliani. Avete poi letto la notizia che Dior avrebbe sostituito nelle sue pubblicità la super modella di origini palestinesi Bella Hadid con una collega israeliana per via dei suoi commenti pubblici a favore del popolo palestinese? Sappiate che non è vero. È falso anche che l’attivista ambientale svedese Greta Thunberg abbia detto che per salvare il pianeta servono armi sostenibili per l’ambiente.
Un’analisi realizzata dall’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo), pubblicata questa settimana su Facta.news, si è invece concentrata sulla disinformazione riguardante le persone migranti arrivate in Europa. In particolare sono state messe a confronto le false narrative su due gruppi di migranti, gli esuli ucraini e le persone che arrivano dal Sud del mondo, per trovare similitudini e differenze. Qui potete leggere l’approfondimento.
Abbiamo trattato anche il tema dell’alimentazione e della salute, affrontando la cosiddetta “paleodieta”. Si tratta di un regime alimentare basato sull’alimentazione che avrebbe caratterizzato le popolazioni umane nel paleolitico. In realtà, abbiamo spiegato che questa credenza è un falso mito e che attualmente non ci sono prove che ne dimostrino un vero beneficio. Ma che anzi ci sono più prove che sostengono una sua pericolosità.
Infine, le alluvioni verificatesi in Toscana ai primi di novembre hanno fatto tornare in voga teorie del complotto infondate su IT-alert, il sistema di allarme pubblico ancora in fase di prova che avvisa i cittadini, tramite l’invio di messaggi sui cellulari presenti in una determinata area geografica, in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. Per questa settimana è tutto. Ci vediamo alla prossima, con il meglio della nostra produzione settimanale!
A cura di Facta.it
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