Giacca e t-shirt dai colori chiarissimi, poco trucco, consueti appunti su cui sbircia ogni tanto. Sin da subito, all’incontro alla Camera con la stampa, la premier Giorgia Meloni chiarisce: “Mi devo scusare per aver rinviato questa conferenza stampa per due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c’era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti”. “Farò la mia parte perché facciate al meglio il vostro lavoro: non mi aspetto altro che rispetto ma certo non sconti”, ha aggiunto.
“Sarò abbastanza breve perché voglio lasciare spazio alle domande, ho poche cose da dire” a partire dagli “auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti: ci sono molte scadenze importanti, le elezioni europee, la presidenza italiana del G7 elezioni. Siamo tutti molto impegnati”.
IL CASO POZZOLO – “Io ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione dei probiviri di Fdi indipendentemente dal lavoro che fa l’autorità competente e che nelle more del giudizio sia sospeso da Fdi”, ha detto Meloni rispondendo a una domanda. “Sulla classe dirigente del mio partito, c’è sempre qualcuno che non ti aspettavi e fa errori o cose sbagliate. Però non sono disposta a fare questa vita se persone intorno a me non sentono la responsabilità. Non sempre accade ma per la responsabilità che abbiamo, e io vivo quella responsabilità, su questo intendo essere rigida”.
“Il parlamentare Pozzolo dispone di un porto d’armi per difesa personale non so perché ce l’ha – ha detto con tono a tratti ironico – ma non va chiesto a me, ma all’autorità competente. Girava con un arma a capodanno presumo che a chi ha un porto d’armi capiti di portare un arma, ma la questione è un’altra chiunque detenga un arma ha il dovere legale e morale di custodire quell’arma con responsabilità e serietà. E per questo c’è in problema con quanto accaduto perché quello che è successo, non conosco la dinamica, dimostra che qualcuno non è stato responsabile e chi non lo è stato è quello che detiene l’arma. Vale per qualsiasi cittadino, figuriamoci per un parlamentare, figuriamoci per uno di Fdi”.
CASO VERDINI, LA POSIZIONE DI SALVINI – “Penso che sulla questione bisogna attendere il lavoro della Magistratura, gli sviluppi, se necessario commentare quelli e non i teoremi. Da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non è chiamato in causa e ritengo che non debba intervenire in Aula su questa materia”, ha detto Meloni rispondendo ad una domanda sull’inchiesta sugli appalti Anas. “Penso che si faccia sempre un errore
quando si trasforma una cosa come questo in un caso politico contro il governo. L’unica tessera che ha avuto Tommaso Verdini era quella del Pd ma nessuno di noi ha detto che il Pd era coinvolto”. “Visto che siamo fra di noi – ha detto sorridendo, ironica, ndr – voglio dirvi che mi stupisce sempre un po’ e un po’ mi preoccupa quando vedo su uno, due o addirittura tre quotidiani virgolettate mie dichiarazioni che non ho mai fatto. Approfitto per dirlo: sul caso specifico di Tommaso Verdini ho trovato virgolettate sui quotidiani dichiarazioni che non ho mai fatto, neanche in
privato”. Poi ha continuato: “È una tendenza che mi è capitato di incontrare alcune volte in questo anno e un po’ mi preoccupa: con questo meccanismo si può inventare qualunque cosa”, ha aggiunto e poi ribadito: “Non ho mai fatto su Tommaso Verdini le dichiarazioni che ho letto. Non ho mai avuto cose particolari da dire perché non ho gli elementi per commentare il fatto in sé”.
LA RIFORMA DEL PREMIERATO – “Non vedo in cosa l’elezione diretta del capo del governo significhi togliere potere al Capo dello Stato e visto che noi abbiamo scelto non toccare i poteri del Capo dello Stato. Si crea secondo me un equilibrio che è un buon equilibrio, si rafforza la stabilità dei governi”, ha detto Meloni a proposito della riforma del premierato. “Questo non è un referendum sul governo o su Giorgia Meloni, ma su cosa deve accadere dopo”, ha aggiunto.
“Il referendum” sul premierato “non è su di me, io sono il presente di questa nazione, ma è sul futuro di questa nazione. Io ho fatto quello che era scritto nel programma, spero che si possa avere una maggioranza” in Parlamento, “non sono molto ottimista, sono franca, ma se non ci sarà lo chiederemo agli italiani, ma non è un referendum su Giorgia Meloni”.
IMMIGRAZIONE – “Non ritengo soddisfacenti” i risultati sull’immigrazione “soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia, penso che se non l’avessi fatto le cose sarebbero andate molto molto peggio”. Così la presidente del Consiglio sottolineando che “se mi chiedete se sono soddisfatta oggi dico no,se penso di esserlo alla fine di questa legislatura continuo a lavorare per questo, è una delle mie priorità”. “Sono leggermente più soddisfatta dei dati dell’ultima parte dell’anno che mostrano un calo rispetto alla parte iniziale. So che ci si aspettava di più su questo, sono pronta ad assumermene le responsabilità”.
BALNEARI E LETTERA MATTARELLA SU DDL CONCORRENZA – “L’appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri”, ha affermato Meloni rispondendo ad una domanda sui rilievi del Quirinale sul ddl concorrenza e in particolare sulle concessioni degli ambulanti e dei balneari.
“Questo è un tema, la stratificazione di problemi che abbiamo che vanno dalla questione delle lungaggini burocratiche ai tempi della giustizia. L’Italia è una nazione in cui molti investirebbero se avessimo maggiori certezze. Penso che queste siano due riforme che servono, la riforma della burocrazia e della giustizia e le considero due delle mie priorità per il prossimo anno”.
IL MES – “Il governo” sul Mes “si è rimesso all’Aula e la ratifica è stata bocciata”. “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”.
LA CANDIDATURA ALLE EUROPEE – “Non ho ancora deciso se candidarmi alle europee “ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”.
“Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile in parlamento con la sinistra”, un “ragionamento diverso” è il sostegno: “quando si forma la nuova commissione” dove “quando si fa un accordo e “ciascuno nomina un commissario poi i partiti di governo” tendono a votare a favore dell’accordo. Così la presidente del Consiglio ricordando che anche nel caso di Ursula von der Leyen la commissione è stata votata anche da partiti come il Pis polacco che poi “non hanno mai fatto parte della sua maggioranza”.
EUROPA E BANCHE – “Se la domanda è aumenta le tasse o taglia la spesa pubblica, tra le due preferisco tagliare la spesa pubblica e penso si possa fare un lavoro ancora più preciso”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa. “Il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura a migliorarle, lo valuteremo nel corso dell’anno”, ha aggiunto. “Io non sono per aumentare le tasse, quest’anno le ho diminuite tagliando la spesa pubblica”. “Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell’economia quest’anno, la crescita stimata comunque – è un dato buono – è superiore alla media Ue”.
“Io confido che lungo questo anno si posa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”.
LEGGE BAVAGLIO E PROTESTE GIORNALISTI – “Io penso che lei sappia che la norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell’opposizione su cui c’è stato parere favorevole del governo ma non è un’iniziativa del governo per cui la manifestazione sotto Palazzo Chigi, quando iniziativa non è del governo doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità”, ha detto la premier Meloni, rispondendo a una domanda e commentando le parole del presidente dell’ordine dei giornalisti sulla cosiddetta legge bavaglio e la manifestazione del Fnsi davanti a Palazzo Chigi. Oggi i rappresentanti della Federazione della stampa non sono presenti all’incontro. “L’emendamento riporta l’articolo 114 del codice di procedura penale al suo perimetro originario – ha continuato – la riforma Orlando fece un’eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un’iniziativa valida, forse non l’avrei presa, io non l’ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino”.
SINDACI E TERZO MANDATO – “Sul terzo mandato ravviso pro e contro, sono laica su questa materia. Sul metodo però, penso sarebbe corretto che una eventuale iniziativa venga presa dal Parlamento – ha detto la presidente del Consiglio – Se il Parlamento intende prendere una iniziativa sul terzo mandato su sindaci e Presidenti di regione ne parlerò con
il mio partito di riferimento. Non sarebbe una buona iniziativa se presa dal governo”.
DRAGHI COMMISSARIO UE? – “Draghi presidente della commissione Ue? “Oggi parlare del totonomi della presidenza e dei commissari è buono per fare dibattito ma non è il tema, il vero tema è cosa debba fare la commissione”, ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa. “Credo che sia impossibile parlare oggi di chi potrebbe guidare la commissione, Draghi ha dichiarato di non essere disponibile, sono due elementi da considerare”. “Io sono stata oppositrice di Draghi – ha detto – ma questo non mi ha impedito di sostenere la sua politica estera”. A Palazzo Chigi “c’è stato un passaggio di consegne fra persone che si rispettano, sono contenta che Draghi collabori con la commissione, per le sue competenze”.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba