Droga, mafia e voto di scambio sono al centro dell’indagine che ha portato a 29 arresti nel Tarantino, tra cui vertici del Comune di Statte. Sessanta gli indagati in tutto, con un sequestro preventivo di beni per 6 milioni e 400mila euro. Tra le persone finite in carcere ci sono il sindaco di Statte, Francesco Andrioli, e gli assessori Ivan Orlando e Marianna Simeone, accusati di scambio elettorale politico mafioso aggravato. Avrebbero accettato la promessa di Davide Sudoso, considerato promotore del gruppo criminale, e di Giulio Modeo, figlio di un boss, di procurare i voti per le amministrative dell’ottobre 2021 in cambio di denaro, orologi preziosi, buoni pasto e favori al clan.
La Guardia di Finanza di Taranto ha eseguito le 29 ordinanze di custodia cautelare, di cui 26 in carcere e tre ai domiciliari, firmate dal gip del tribunale di Lecce Angelo Zizzari su richiesta del pm Milto Stefano De Nozza della Dda, con accuse che variano dall’associazione di stampo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti e al voto di scambio.
Avrebbe contribuito all’illecita raccolta di voti anche un dirigente amministrativo di una societa’ di servizi tarantina, Lucio Rocco Scalera, dell’Amiu, anch’egli oggi in carcere e già al centro di un’altra inchiesta per un concorso nell’azienda municipalizzata di Taranto per l’igiene urbana. Scalera, tramite fiduciari, avrebbe interessato un componente della presunta associazione mafiosa perché reperisse preferenze elettorali, promettendogli in cambio
l’assunzione nell’azienda di servizi e l’affidamento di commesse. Ancora, per eludere l’applicazione di misure di
prevenzione patrimoniali alcuni indagati avrebbero intestato fittiziamente a prestanome imprese, beni mobili e immobili ubicati a Taranto e a Statte. A novembre e dicembre 2021 la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro a carico di alcuni indagati ingenti quantità di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e cocaina, somme in contanti per oltre 50 mila euro e diversi orologi Rolex di notevole valore economico.
Mentre nel sequestro di circa 6,4 milioni di euro rientrano appartamenti, locali commerciali e box, nonché quote societarie e compendi aziendali di imprese, con sedi a Taranto e in provincia, attive nei settori economici della ristorazione e del commercio di auto e di frutta e verdura.
Infine sono state eseguite perquisizioni locali e personali nei confronti di 30 persone interessate dalle indagini in ordine
alle ipotesi di reato di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e
detenzione illegale di armi.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba