Il Tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza di Accierie d’Italia consentendo, di fatto, di avviare il commissariamento ma non solo, perché al contempo dovrebbe far scattare un’inchiesta con l’ipotesi di bancarotta sulla gestione e i conti dell’ex Ilva. Via libera anche alla concessione di prestiti statali, “uno o più finanziamenti a titolo oneroso” per un massimo di cinque anni fino a un importo di 320 milioni di euro per il 2024, come previsto dal decreto ex Ilva, il cui iter di conversione in legge prosegue in Senato.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha così firmato il decreto di nomina a commissari straordinari di Acciaierie d’Italia del professor Giovanni Fiori, esperto di corporate governance e internal auditing, e del professor Davide Tabarelli, presidente di NE Nomisma Energia ed esperto di tematiche ambientali. Lo si legge in una nota del Mimit. Fiori e Tabarelli – si precisa – andranno ad affiancarsi a Giancarlo Quaranta, già nominato commissario straordinario della società lo scorso 20 febbraio.
Si entra nel merito delle questioni dello stabilimento e questo rassicura la Fiom-Cgil. “Con la nomina degli altri due
commissari straordinari di Acciaierie d’Italia, ora la compagine è completa e si può entrare nel merito delle questioni. Occorre raggiungere un accordo per la ripartenza per mettere in sicurezza gli impianti, i lavoratori e creare le condizioni ambientali adeguate per rilanciare la produzione – commenta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil – è necessario fare presto, serve ridare liquidità all’azienda, altrimenti gli impianti rischieranno di fermarsi e deve essere garantita la continuità salariale per i lavoratori”.
“La prossima settimana il ministro Urso sarà a Genova e a Novi Ligure, occorre nel frattempo aprire la discussione con i
commissari straordinari per affrontare le problematiche dei singoli stabilimenti. – aggiunge – Siamo in una fase cruciale
per il futuro dell’ex Ilva, per questo attendiamo quanto prima la riapertura del confronto presso la Presidenza del Consiglio”.
“Abbiamo fatto un miracolo perché ormai questa realtà era destinata alla chiusura, l’abbiamo ripresa per i capelli grazie alla lotta dei lavoratori. Per un momento non si parlava più di Ilva, sembrava una inesorabile deriva. Invece siamo riusciti a vincere una battaglia”. Lo ha detto invece il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, intervenendo all’assemblea regionale del sindacato a Taranto. “Adesso – ha proseguito – siamo consapevoli che non sarà facile perchè non ci sono materie prime, non ci sono ricambi, non c’è liquidità, rincorriamo di giorno in giorno il pagamento
delle aziende dell’appalto ma penso che da lunedì scorso si sia aperta una nuova strada. Dobbiamo passare dalla speranza alla realtà e avere un sito siderurgico che trainerà tutti gli altri stabilimenti in grado di rispettare ambiente e posti di lavoro”.
Sul fronte giudiziario, dunque, è stato accertato che in Acciaierie d’Italia c’è una “assoluta assenza di liquidità di cassa” che può compromettere la “sopravvivenza” della società. Il Tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza, come chiesto dal socio pubblico Invitalia e dal commissario straordinario Giancarlo Quaranta. Il procuratore aggiunto Laura Pedio ha aperto contemporaneamente un fascicolo sul caso ex Ilva, per ora senza ipotesi di reato né indagati, che però potrebbe portare ad un’inchiesta per bancarotta. Respinte le richieste di AdI che con il socio privato di maggioranza, ArcelorMittal, chiedeva in sostanza un concordato “in bianco” per tutto il gruppo. Domanda che, per i giudici, è “improcedibile”, perché è stata già aperta la procedura di amministrazione straordinaria e dunque, come prevede il decreto legge del 18 gennaio scorso, non possono essere ammessi altri strumenti di protezione del patrimonio. La richiesta di concordato con riserva, secondo i giudici, non può valere nemmeno per le altre tre società del gruppo, ossia AdI Energia, AdI Servizi Marittimi e AdI Tubiforma, perché i “business” delle quattro società sono “interdipendenti”, oltre al fatto che il management è esclusivamente in capo ad AdI e sarebbe quindi impossibile gestire un progetto ristrutturazione del gruppo senza la stessa AdI.
Intanto, la commissione Industria di Palazzo Madama ha concluso le votazioni sugli emendamenti, approvando una serie di misure a favore dell’indotto che sono state oggetto di riformulazioni da parte del governo. Il testo, che racchiude sia le norme sull’amministrazione straordinaria sia le misure di sostegno all’indotto di Acciaierie d’Italia, previste originariamente in due distinti decreti, andrà in Aula il 5 marzo. “Una serie di proposte emendative approvate spiega il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che la prossima settimana visiterà gli impianti in Liguria e Piemonte – hanno recepito le richieste che ci sono giunte dall’indotto in queste settimane di confronto e di ascolto delle esigenze. Sono stati rivisti i parametri di accesso al Fondo di garanzia e accolta la richiesta della Regione Puglia” di utilizzare avanzi di amministrazione per sostenere le imprese della filiera.
Ma c’è aperta un’altra procedura di amministrazione straordinaria, avviata nel 2015 in capo al Gruppo Ilva. Qui, s seguito delle dimissioni dei commissari straordinari Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo, il ministro Urso ha sottoscritto il decreto di nomina del nuovo organo commissariale. Urso ha individuato quali commissari straordinari, Alessandro Danovi, già commissario della procedura ed esperto di risanamento d’impresa, gestione dell’insolvenza e operazioni straordinarie, Francesco di Ciommo, esperto in diritto bancario e finanziario, delle crisi di impresa, amministrativo e societario, e Daniela Savi, esperta in gestione della crisi d’impresa e in materia fiscale.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba