Donne costrette a prostituirsi, e una bambina di 4 anni che serve la cocaina su un piattino a due uomini che picchiano una donna. Sono le immagini riprese da una telecamera nascosta posizionata dalla polizia in un appartamento di Lecce, durante un’inchiesta coordinata dalle procure antimafia e ordinaria, su un’associazione a delinquere dedita allo sfruttamento della prostituzione e alla riduzione in schiavitù. Sono 30 gli indagati, quasi tutti di nazionalità bulgara, 22 dei quali sono finiti agli arresti nel blitz della polizia, di cui 21 persone di nazionalità bulgara (finite in carcere)
e un italiano (ai domiciliari). Nelle 900 pagine di ordinanza di custodia cautelare si legge che un cittadino bulgaro avrebbe reclutato giovani connazionali paventando loro un posto di lavoro in Italia, mentre in realtà le avrebbe vendute anche per poche centinaia di euro all’associazione che le avrebbe poi costrette a prostituirsi in città e nella provincia, oltre che nell’appartamento. Gli incassi dell’attività illecita venivano trasferiti in Bulgaria dove il denaro veniva riciclato. Le giovani venivano accompagnate “al lavoro” sulla Lecce-Gallipoli, alla stazione di Surbo, alla periferia di Mesagne (nel Brindisino), a Trepuzzi (a nord di Lecce). La base logistica era l’abitazione in cui erano state installate le telecamere. Se le ragazze non portavano i soldi ai loro aguzzini, venivano picchiate anche con mazze da baseball e violentate.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba