Bari, addio al campo largo. Il Pd blinda Vito Leccese. Schlein: “Così il M5S aiuta la destra”. Conte: “La legalità non è negoziabile”

La Redazione

Niente gazebo per le primarie di centrosinistra a Bari, dove domani si sarebbe dovuto scegliere il candidato sindaco tra Vito Leccese, sostenuto dal Pd, e Michele Laforgia, appoggiato dal M5S e dalle civiche di sinistra. Il campo largo si sta sgretolando. L’inchiesta sul presunto voto di scambio, la terza in pochi mesi, ha convinto Giuseppe Conte e il candidato Laforgia che non ci fossero più le condizioni per votare domenica prossima. Un passo indietro che ha diviso i dem e i pentastellati che avevano accettato, dopo lunghe battaglie, doi confrontarsi – per la prima volta – nei gazebo. Il leader Giuseppe Conte si difende dalle accuse del partito della Schlein: “Mi dispiace di questa reazione del Pd ma noi non accettiamo mancanza di rispetto e nessuno può permettersi di dire che il M5s è sleale o alludere a questo. Invito il Pd a non reagire in modo scomposto. Se non ritirano le accuse di slealtà diventerà sempre più difficile lavorare con il Pd”.
Addirittura adesso si pensa a individuare una terza figura, ma forse è troppo tardi per entrambi.

“In tutti questi mesi abbiamo lavorato per trovare l’unità – chiarisce il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis –
Addirittura i tre candidati iniziali del Pd hanno fatto un passo indietro per provare a far fare un passo indietro anche a
Michele Laforgia. Ma lì c’è stato il suo primo no. Poi il Pd ha trovato l’unità su Vito Leccese e abbiamo lavorato affinché si convergesse su di lui come candidato unitario. Non è stato possibile: Laforgia è rimasto in campo e a quel punto abbiamo chiesto le primarie”. “Per settimane ci è stato detto di no. Poi Laforgia, e cioè Conte, ha accettato le primarie e ora ci ritroviamo, a 48 ore dal voto, con l’annullamento unilaterale. La nostra sensazione è che sia una scelta preordinata e cioè, dall’inizio, o Laforgia o niente”.

Poi spunta la telefonata di Conte, avvenuta mercoledi scorso, con Elly Schlein, riportata proprio dal leader Cinquestelle: “Mercoledì scorso – ha spiegato Conte – ho avvertito con una lunga telefonata la segretaria Schlein che la situazione
su Bari si stava compromettendo e che se ci fossero state nuove inchieste noi non saremmo stati disponibili a far finta di nulla, proseguendo con le primarie. E’ successa purtroppo una nuova inchiesta, che per altro ha come oggetto proprio l’inquinamento del voto e il voto di scambio, la cosa diventa sempre più seria. Fare finta di nulla non è possibile”. Il presidente del M5s ha ricordato che “noi a Bari eravamo all’opposizione, abbiamo accettato di fare un percorso comune ma su determinati presupposti. Se c’è qualcuno che fa finta di nulla o vuole sminuire non ci stiamo. La situazione è oggettivamente grave”. E lo stesso Laforgia aveva detto: “Non ho più volte denunciato il rischio di inquinamento del voto perché sono in possesso di informazioni riservate e coperte dal segreto professionale. Le polemiche sui voti comprati a Triggiano erano pubbliche e alcuni processi, pubblici, sono in corso da tempo”. Nelle carte, in quelle dell’inchiesta, spunta il nome di Laforgia, ovviamente non indagato, come legale a cui si sarebber rivolto uno degli indagati per andare dal giudice con dichiarazioni spontanee. Sostanzialmente, più degli altri, Laforgia sarebbe stato a conoscenza dei fatti.
In serata, dal palco di piazza Umberto, a Bari, per il comizio di Leccese, Schlein ha risposto a muso duro: “Io sono qui con voi perché a differenza di altri, io mantengo la parola data. E mi dispiace per la decisione presa da Giuseppe Conte, unilateralmente, ha deciso senza cercare una soluzione perché così aiuta la destra”. La segretaria del Pd non ha ceduto di un millimetro: “Agli attacchi a me non rispondo, ma non sono disposta a tollerare attacchi che arrivano alla nostra comunità”. E rivolgendosi al candidato Pd, lancia una piccola apertura: “Avrai il nostro supporto anche se vorrai continuare a cercare con Laforgia quella unità che altri hanno rotto. Anche ieri – svela – noi avevamo avanzato la
proposta di fare entrambi un passo indietro, per fare insieme un passo avanti. Ma la risposta è stata negativa, evidentemente quella risposta era già stata architettata. Sono felice di essere qui con Vito Leccese perché sono qui da segretaria del Pd a confermare tutta la nostra fiducia e il nostro supporto a una persona perbene, specchiata, che si è sempre messa al servizio della comunità”. Schlein rincara: “Chi ha iniziato a fare politica con palazzo Chigi capisco che non abbia dimestichezza con la militanza e con i gazebo. Pretendo però che si abbia rispetto. È una sberla per tutta la gente perbene che si stava preparando ad andare a votare. È un’illazione dire che entrambi i candidati si potessero avvalere di mezzi poco trasparenti”. “Così – ha concluso – aiutano la destra. Abbiamo bisogno di una politica che guardi alle prossime generazioni e non i sondaggi. Sulla legalità non accettiamo lezioni di moralità da nessuno”.
“Per il Movimento 5 Stelle la legalità non è un valore negoziabile, non è merce di scambio”, replica a stretto giro
Conte commentando su Fb le parole di Schlein. E questa sembra voler essere la parola finale nel duello tra i due. Almeno a Bari.

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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