Cosenza. Doveva essere la partita del riscatto; doveva essere il match da vincere per potersi allontanare dalla zona caldissima della classifica; doveva essere la conferma del secondo tempo, un buon secondo tempo visto contro il Pisa 7gg fa’. Per il Bari il verdetto di oggi, invece, è stato più amaro di quanto si potesse immaginare.
A 4 giornate dal termine della regular season cadetta, i galletti perdono brutalmente in Calabria per 4-1 contro un Cosenza arrembante prima con Mazzocchi e Tutino (2 goal nei primi 10 min di gara ndr.) e poi nel finale di partita con le reti a firma Calò e Forte; l’unico squillo quello di Nasti a qualche min dalla fine del primo tempo che a poco è servito.
Una gara disastrosa che rispecchia il momento no di una squadra inerme, avulsa dal gioco e poco compatta, complice anche una società assente che ha mal gestito questa stagione che molti definiscono la più brutta degli ultimi 10 anni.
Calabresi arrembanti, svegli e cinici, esempio di un gruppo coeso che vince, convince e mette le basi con i 3 punti di oggi verso una salvezza tranquilla.
Encomiabili, i tifosi. Dopo aver incitato la squadra tra le mura amiche dello stadio San Nicola contro il Pisa e prima ancora in sede di ritiro pre partita presso il Vittoria Park Hotel di Palese appena una settimana fa’, oggi hanno occupato in 2mila le gradinate dello stadio Marulla, ma invani. A loro non si può dir nulla, solo tanto rispetto e applausi, gli stessi che gli ultras continuano a tributare da anni a chi indossa la maglia biancorossa, nel bene e nel male. Amaro risultato.
I galletti, dunque, tornano a casa con le ossa rotte, ma la diagnosi è ben altra. Forse ci troviamo di fronte ad un “malato terminale” che probabilmente ha smesso di vivere (calcisticamente parlando) già diversi mesi fa’. Ora resta solo la matematica a stabilire il verdetto finale di questo infausto campionato e un lumicino flebile di speranza a dire che la serie C, risultati alla mano delle altre contendenti, è possibile ancora evitarla.
SSC Bari ci sei o sei nel caos? La domanda resta di attualità.
La Bari sportiva di certo non merita tutto questo.
(Foto Arenafoto/LaPresse)
Stefano Patimo
