Il figlio lo aveva avvisato che sarebbe stato difficile, allo stadio, durante una finale di Coppa Italia. In passato, nel 2020, era accaduto un caso analogo a Sergio Sylvestre, potente voce di Amici e anche lui salentino. Ma Al bano è forte, cocciuto e soprattutto sa che la sua voce meravigliosa, potente e (quasi) impeccabile, emoziona. Ma il 15 maggio, durante la finale di Coppa Italia all’Olimpico di Roma, tra Juve e Atalanta, Al Bano Carrisi ha steccato, e lo ha ammesso lui stesso. Era chiamato a cantare l’Inno di Mameli, le prove erano andate bene, ma davanti a tutto quel pubblico, 55mila tifosi trepidanti, in uno stadio enorme, il cantautore ha spiegato: “Ho steccato, non sentivo niente. In Italia non c’è rispetto per quelle parole – ha detto – ma lo rifarei”. E ha chiarito: “La mia coscienza è a posto, ci ho messo l’anima”. Effettivamente, però, un po’ di delusione, a fine esibizione, si è letta nei suoi occhi sotto il consueto panama. “Agli italiani interessa solo il calcio”, ha chiosato.
Sui social la bufera, così come sui giornali: “Al Bano ha fatto a pezzi l’Inno di Mameli”, e titoli così. Ma al Bano chiarisce che “cantare in quella situazione richiede coraggio e determinazione, potevo rifiutarmi e invece ho accettato”.
E lo difende a spada tratta la figlia Romina jr: “Voglio sentire voi cantare l’inno a cappella davanti a 70mila tifosi”, si legge su Instagram. Ma Al bano è tranquillo: “se mi vogliono fare un processo, non ho bisogno neanche di avvocati”. E’ il leone di Cellino San Marco, ed è pronto a ruggire più forte di prima.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba