Brembio, muore a 18 anni schiacciato dalla seminatrice. La mamma caccia i sindacati: “Mio figlio è morto facendo quello che desiderava”

La Redazione

Aveva da poco compiuto la maggiore età ed era un appassionato dell’agricoltura. Ma dall’agricoltura è stato tradito. E’ morto sul lavoro a Brembio, nel Lodigiano, Pierpaolo Bodini, schiacciato da una macchina seminatrice fissata su un trattore. Il ragazzo stava pulendo il mezzo sdraiato per terra ed è stato travolto. Sotto choc un suo collega ventenne che lo ha visto morire davanti ai propri occhi ed ha avuto un malore.

Come tutte le mattine Pierpaolo era arrivato in anticipo per sistemare la macchina. Era sempre sorridente, sereno, gentile. “Il figlio che tutti vorrebbero avere”, commentano i residenti. La sua famiglia, arrivata subito sul posto, non ha
voluto nessuno intorno a sé, chiusa nel dolore. E quando sono arrivati i rappresentanti della Cgil con lo striscione della
loro sigla in mano da appendere al cancello che delimita il campo della tragedia la madre ha urlato a gran voce: “Via tutti! E portatevi subito via anche questo striscione. Perché “mio figlio amava quel lavoro, era la passione della sua vita. Mio figlio è morto facendo esattamente quello che ha sempre desiderato”.
La Procura non ha disposto l’autopsia sul cadavere, restituendolo subito alla famiglia. Ma il macchinario che ha travolto il diciottenne è stato posto sotto sequestro e, già da domani, sul mezzo saranno effettuati accertamenti tecnici per cercare di capire come mai da lì si sia staccata l’ala destra travolgendo il lavoratore prima che potesse nemmeno rendersi conto di quanto stava accadendo. Per cercare di capire quanto più possibile di questo, ennesimo, incidente mortale sul lavoro. Sul posto è arrivata anche la sindaca di Brembio, Oriana Ghidotti. Ha annunciato che proclamerà una giornata di lutto cittadino per onorare la memoria di Pierpaolo. “Non so davvero cosa pensare – ha aggiunto assolutamente colpita -. Questa era la sua passione più forte. Morire così, a questa età, non ci sono parole”.
E mentre sindacalisti e politici hanno posto l’accento più forte sulla necessità di un maggior numero di controlli,
soprattutto in ambito agricolo, dove si maneggiano grandi mezzi e dove c’è anche da verificare l’impiego di sostanze chimiche, Alessandro Cerioli, segretario provinciale Fai-Cisl, ha messo l’accento su un dato da brividi. “E’ il secondo infortunio mortale in provincia di Lodi nel giro di un mese. Cosa che erano anni che non avveniva. La ripresa economica – ha aggiunto – è molto lanciata ma passa sopra la testa della sicurezza”. “I controlli vanno ripristinati – ha concluso Cerioli -. Non si possono lasciare le aziende non controllate, non per un mese: qui si parla di anni. E bisogna lavorare assieme con i datori di lavoro per riportare una cultura della sicurezza, in queste aziende difficili. Controlli e cultura della sicurezza assieme: datori di lavoro e lavoratori”.

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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