Dopo quello dell’Ucraina, il primo ministro ungherese Viktor Orban incassa un no secco a un cessate il fuoco anche dalla Russia. Ma a contare sono soprattutto le reazioni in Occidente della sua visita a Mosca, che lui stesso ha definito come la seconda tappa di una “missione di pace” dopo Kiev. L’Ue lo ha accusato di “minare l’unità” europea, denunciando di essere stata tenuto all’oscuro dei preparativi, così come l’Ucraina. La Nato, invece, ha detto che era stata informata e si aspetta di discuterne nel suo vertice, in programma a Washington la settimana prossima.
Orban, arrivato a Mosca in tarda mattinata, si è intrattenuto con il presidente Vladimir Putin per due ore e mezza al Cremlino. Putin ha subito messo in chiaro di aver respinto la richiesta di un cessate il fuoco per favorire i negoziati, perché la Russia vuole “una piena e definitiva conclusione del conflitto”. Lo stesso aveva fatto tre giorni fa a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con quest’ultimo che aveva detto di volere una “pace giusta”. “Mi sono reso conto che le posizioni sono molto distanti tra loro” e “molti passi devono essere fatti per avvicinarsi alla conclusione della guerra”, non ha potuto che ammettere Orban. “Tuttavia abbiamo fatto un passo molto importante, abbiamo stabilito un contatto e lavorerò ulteriormente su questa questione”, ha promesso.
Michela Lopez
Fonte Radio Norba