La Procura di Trento ha riaperto le indagini sul caso di Marco Pantani e della sua squalifica al Giro d’Italia del 1999. Il ciclista cesenate, vincitore di Giro e Tour de France nel 1998 e in quel momento saldamente al comando della corsa rosa, fu squalificato il 5 giugno, alla vigilia della partenza da Madonna di Campiglio, in Trentino, in seguito a un test dal quale era emerso un tasso di ematocrito nel sangue del 51,8%, a fronte di un limite massimo consentito dai regolamenti pari al 50% e di un margine di tolleranza aggiuntivo dell’1%.
Il nuovo fascicolo, a quanto si apprende, riguarda l’ipotesi, emersa anche dalle audizioni in Commissione Antimafia, di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a evitare la vittoria del ‘Pirata’ nella classifica finale. Il primo a parlare della vicenda, negli anni scorsi, è stato il famoso boss della mala milanese, Renato Vallanzasca, sentito ieri come persona informata sui fatti nel carcere di Bollate dai magistrati trentini. A quanto si è appreso, è in condizioni di salute precarie e non sarebbe stato in grado di rispondere. Secondo quanto emerso dalle sue rivelazioni, dai racconti e dalle intercettazioni di alcuni camorristi, la criminalità organizzata campana sarebbe intervenuta per evitare che Pantani conquistasse la vittoria del Giro. L’indagine, a quanto si apprende, è a modello 44, ossia senza titolo di reato e senza indagati. I magistrati hanno comunque sentito diverse persone per cercare di ricostruire il presunto giro di scommesse clandestine. Altre audizioni sarebbero in programma nei prossimi giorni.
La squalifica dal Giro d’Italia del 1999 ha di fatto segnato irreversibilmente la carriera e la vita di Pantani. Il ciclista, tornato a correre nel 2000, sarebbe stato poi trovato morto a Rimini nel febbraio del 2004. La famiglia, in questi anni, ha sempre sostenuto la tesi della morte violenta e della “trappola” tesa con il controllo di Madonna di Campiglio.
Vincenzo Murgolo
Fonte Radio Norba