Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp, in forma anonima, che il movimento islamista ha deciso di interrompere i negoziati sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, denunciando la “mancanza di serietà” da parte di Israele e i “massacri” compiuti dal governo di Tel Aviv. Secondo quanto riportato dal funzionario, il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, “ha informato i mediatori e gli attori regionali in una serie di appelli della decisione di Hamas di interrompere i negoziati a causa della mancanza di impegno da parte di Israele e dei massacri contro i civili disarmati”. Il riferimento è soprattutto all’attacco israeliano nella zona di Khan Younis, che ha causato la morte di 90 persone.
Tra gli obiettivi del raid c’era uno dei leader militari di Hamas, Mohammed Deif. L’alto funzionario del movimento ha anche aggiunto che Deif è vivo, “sta bene e supervisiona direttamente le operazioni delle brigate al-Qassam e della resistenza”. L’altro obiettivo del raid, ossia il comandante della Brigata Khan Younis, Rafaa Salameh, è stato invece ucciso ed è stato subito sepolto. A darne notizia sono state fonti di Hamas al giornale in lingua araba ‘al-Sharq al-Awsat’. Dopo il raid il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, aveva dichiarato che non c’era “certezza assoluta” circa le uccisioni di Salameh e Deif.
Vincenzo Murgolo
Fonte Radio Norba