Domani balneari in sciopero: ombrelloni chiusi per due ore, l’adesione all’80%

La Redazione

Ombrelloni chiusi dalle 7,30 alle 9,30. È tutto pronto per lo “sciopero gentile” dei balneari, dopo la mancata risposta del governo entro la pausa estiva alla richiesta di un intervento normativo sull’annosa – e irrisolta – questione delle concessioni. Ma la categoria si spacca: se Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno imboccato la strada della mobilitazione, altre sigle come Assobalneari, Federbalneari e Cna si sfilano, parlando di “iniziativa spot”. “Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti italiani per le loro vacanze”, afferma il presidente di Assobalneari, Licordari.
Non accetta “il gioco di dividere la categoria” Antonio Capacchione, presidente del Sib: “Sarà uno sciopero gentile. A chi non ritiene di aderire dico: scegliete un’altra iniziativa, ma non fare nulla è sbagliato”. E alle associazioni dei consumatori contrarie alla protesta, replica: “Chiuderemo gli ombrelloni nelle due ore mattutine in cui di solito c’è pochissima gente. E ai pochi ospiti offriremo caffè, brioche, io in Puglia darò pane e pomodoro e frutta. Se penalizziamo gli utenti? Ma lo facciamo anche per loro.”
“Non è uno sciopero di bandiera, è nell’interesse generale della categoria”, concorda il presidente di Fiba, Maurizio Rustignoli, ricordando che la sua federazione con il Sib “rappresenta in Italia quasi il 90% degli operatori balneari” e stimando un’adesione all’80% per la protesta.
Se gli ombrelloni apriranno con due ore di ritardo, negli stabilimenti tutti i servizi saranno comunque garantiti, dal salvamento – con i bagnini operativi – ai servizi igienici, alle docce. Con qualche iniziativa creativa, come un brindisi con i calici alzati a Rimini.
Il nodo resta la procedura di infrazione europea che pende sull’Italia, accusata di non aver ancora fatto partire le gare sulle concessioni prevista dalla direttiva Bolkestein. La riassegnazione deve avvenire entro la fine di quest’anno, ma mancano all’appello criteri nazionali e gli enti locali si stanno avviando a mettere a punto le procedure per conto proprio. I negoziati con Bruxelles sono in corso, ma un portavoce dell’esecutivo Ue ha precisato ieri che “il parere motivato” spedito a Roma a novembre “è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue”. Il dossier sarà affrontato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, hanno fatto sapere fonti dell’esecutivo.

Michela Lopez

Fonte Radio Norba

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