Nell’aggressione ai medici avvenuta due giorni fa al policlinico Riuniti di Foggia c’era anche uno studente. Ed è per questo che il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università si costituirà parte civile nel giudizio che vedrà imputati coloro che hanno aggredito gli operatori sanitari sfondando le porte della sala operatoria alla fine di un intervento chirurgico. L’episodio risale a mercoledì sera. Ad agire sarebbero stati i familiari di una ragazza 23enne di Cerignola morta in un intervento chirurgico. Una cinquantina le persone che sarebbero riuscite a superare l’ingresso della struttura e una ventina quelle che sarebbero entrate in contatto con il personale della chirurgia toracica che hanno dovuto barricarsi in una stanza, come dimostrano i video circolati nelle ultime ore sul web e nei tg. Erano asserragliati nella sala, con scrivanie e cassettiere a bloccare la porta, mentre dall’esterno tentavano di sfondare l’accesso. Sarebbero stati anche minacciati di morte, racconta un medico. “Si tratta di una vicenda incommentabile, rispetto alla quale — osserva Gaetano Serviddio, direttore del Dipartimento e Delegato per la Sanità di UniFg — il mio dovere è esclusivamente quello di condannare, a tutela tanto del personale medico, quanto per evidenziare che gli operatori sanitari lavorano nel rispetto e per il rispetto della sanità intesa come patrimonio e bene comune. La comunità di Cerignola non merita di essere associata a questa barbarie”.
L’episodio è finito all’attenzione della magistratura dauna che ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Ed è stato anche all’ordine del giorno di una riunione in Prefettura alla presenza del sottosegretario alla Salute, il pugliese Marcello Gemmato. Il sottosegretario ha spiegato che ci sono due elementi su cui occorre lavorare: quello dell’implementazione dell’organico negli ospedali pubblici (“su cui già stiamo lavorando al governo”, spiega Gemmato, ndr), e quello della presenza dello Stato in ogni luogo di lavoro nell’ambito sanitario che garantisca sicurezza. “Naturalmente – ha aggiunto Gemmato – c’è anche un problema di carattere culturale. Perché oggi si pensa di poter far valere i propri diritti aggredendo gli operatori sanitari. Questo non è ammissibile e tollerabile”.
Intanto la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) si prepara a indire “un’ora di interruzione di ogni attività sanitaria di tutti gli ambulatori, i servizi e i reparti”. Un’iniziativa, spiega la Fimmg pugliese, “per far capire a tutti, ai cittadini come alle istituzioni, cosa potrebbe succedere se i medici e tutto il personale sanitario dovessero definitivamente stancarsi di essere un bersaglio inerme e decidessero di abbandonare la sanità”. E sull’ennesima aggressione, cui è rimasto vittima anche un giovane studente del Policlinico, è pronta anche un’interrogazione parlamentare da parte dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. “La violenza contro gli operatori sanitari è inaccettabile – ha detto – le ultime immagini che arrivano da Foggia sono oltre i limiti. Serve una reazione unitaria di tutte le forze politiche e sociali a difesa di chi ogni giorno lavora nel Servizio Sanitario Nazionale”.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba