Il ministro Giorgetti sul bilancio: “Tutti sono chiamati a uno sforzo”. E crolla la borsa

La Redazione

La manovra richiederà “sacrifici da tutti”: individui, pubblica amministrazione, aziende grandi e piccole. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in un’intervista a Bloomberg, parla del prossimo bilancio. Ma le parole del ministro fanno scivolare la Borsa di Milano che chiude a -1,5%, la peggiore in Europa. I settori coinvolti banche, assicurazioni, difesa ed energia. “Paradossalmente uno potrebbe dire che con tutte queste guerre chi produce armi sta andando
particolarmente bene e anche in questo caso c’è una situazione di mercato favorevole”, ha chiarito Giorgetti. Ma ‘tutti’ devono contribuire. Le aziende più piccole, ad esempio, sono già interessate al Concordato e “devono accettare l’idea che devono dichiarare di più” rispetto al passato per mettersi in regola, spiega il ministro.

Il ministro Giorgetti chiarisce subito che stavolta “non ci sarà la replica della discussione sugli extraprofitti delle banche” che ci fu l’anno scorso. Prima di tutto, extraprofitti “è un termine scorretto”. Si deve parlare di “tassare i giusti profitti, gli utili”, calcolati “in modo corretto”. E nessun versamento volontario: “Le aziende non fanno beneficienza, i contributi volontari non esistono”, spiega Giorgetti. Del resto, lo dice la Costituzione, “la stella polare”, ovvero l’articolo 53 secondo cui “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

Dal Mef, poi, spiegano che si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l’utile ha beneficiato di condizioni favorevoli esterne. Sulle modalità del loro contributo è in corso un confronto.

“Niente nuove tasse”, viene comunque messo in chiaro, anche perché qualche fibrillazione arriva da dentro la maggioranza con il portavoce di Fi, Raffaele Nevi, che sostiene con forza: “Forza Italia è sempre stata e rimane contraria ad innalzare la tassazione in Italia”. Non nuove tasse, insiste anche il sottosegretario al Mef Federico Freni. “Non fanno parte del Dna di questo governo, lo abbiamo detto due anni fa e lo ribadiamo, evitiamo boutade”, precisa parlando del percorso di risanamento nel quale l’Italia è impegnata con l’Ue. Ad esempio, la crescita per quest’anno -ribadisce Giorgetti – dovrebbe confermarsi all’1%, “o un risultato molto molto prossimo a quel target”, come da previsioni. E i dati di finanza pubblica – aggiunge – “per quest’anno andranno meglio” di come abbiamo comunicato ai
mercati e alla Commissione”, visto che l’obiettivo di deficit del 4,4% “sembrava irrealistico e ora è stato aggiornato al
3,8%, quasi un unicum nel contesto europeo”.
“Stiamo dimostrando che non soltanto rispettiamo” quanto detto “ma facciamo meglio”, quindi bisogna mantenersi credibili proseguendo con l’atteggiamento “prudente e responsabile”, sostiene Giorgetti. E’ per questo che per finanziare la manovra bisognerà reperire risorse da “tutto il sistema Paese”, cioè “i privati, le aziende e soprattutto la Pa che sarà chiamata ad essere più performante e produttiva”.
Per il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, “ci possono esser alcuni modi in cui contribuire alla situazione del debito pubblico senza avere impatti sui conti delle società” come ad esempio “lavorare sulle attività fiscali differite, fornire dei flussi di cassa al settore pubblico” ma anche mettere risorse a disposizione delle fasce più deboli o “aumentare i salari delle persone che lavorano” all’interno delle società che stanno generando “significativi profitti”. 

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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