La maternità surrogata diventa reato universale: colpito anche chi la esercita all’estero

La Redazione

Sono già vent’anni che in Italia la maternità surrogata è un reato ma adesso diventa “universale”. Per la Gestazione per altri (Gpa), si estende la punibilità anche per chi l’ha praticata all’estero che rischia fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro. La norma è contenuta in un disegno di legge a firma della deputata di Fdi Carolina Varchi, approvato oggi dal Senato e in precedenza dalla Camera. Soddisfatta la ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella: “Chi si trincera dietro la retorica dei ‘diritti’ per giustificare la pratica dell’utero in affitto – ha commentato – dovrebbe chiedersi perché invece ci sia una rete mondiale del femminismo che sostiene l’iniziativa dell’Italia e considera il nostro Paese un esempio da seguire dappertutto. Oggi, con il voto del Parlamento, i diritti non sono stati negati ma al contrario sono stati riaffermati e resi finalmente effettivi”.
Arriva l’urlo di incostituzionalità da tutte le opposizioni: la normativa crea “bambini di serie A e di serie B” ed ha uno stampo “medioevale”, concetto espresso più volte anche dalle Famiglie Arcobaleno e dalle tante associazioni Lgbt
che ieri sono scese in piazza. Secondo il capogruppo di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, il nuovo provvedimento viola l’articolo 3 della Costituzione: “è reato universale solo se la fanno gli italiani, il gregge di Giorgia, se la fa Elon Musk gli si aprono le porte di palazzo Chigi”, aggiunge. Per la senatrice del Pd Cecilia D’Elia si tratta “dell’ennesima arma di distrazione massa, rispetto ai problemi del paese, un provvedimento che fa una scelta ideologica strumentale e gravemente incostituzionale’. La deputata di Avs Luana Zanella ha spiegato di essere “una eco-femminista che rifiuta con forza l’idea e la pratica della maternità ridotta ad un utero e ad un mercato. Ma questa legge non mi convince e sarà inefficace”. La senatrice M5s Alessandra Maiorino lo ha definito “un obbrobrio giuridico”.
E giunge anche la controreplica dei mleloniani: “Vogliamo sradicare il fenomeno del turismo procreativo” ha replicato la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, mentre il collega Malan aggiunge: “le opposizioni accusano il centrodestra di ideologia. E siamo d’accordo, se per ideologia si intende difendere la dignità delle persone, delle madri, dei bambini, che hanno diritto a sapere chi è il loro padre, chi è la loro madre ed hanno diritto
a non essere merce”. Massimiliano Romeo della Lega ha ricordato: “Vogliamo evitare che il divieto previsto in Italia venga aggirato, andando all’estero per commissionare un bambino che poi viene riconosciuto nel nostro Paese”. La
gestazione per altri e “il commercio dei neonati non possono essere tollerati, anche se avvengono in Paesi in cui ciò è
lecito” aggiunge Pierantonio Zanettin di Forza Italia. Si tratta di “una giornata storica frutto di anni di battaglie” per Pro
Vita&Famiglia.

I Radicali annunciano la presentazione di un quesito referendario abrogativo, mentre l’Associazione Luca Coscioni promette battaglia nei tribunali.

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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