Manovra, stretta sulle detrazioni dei single e bonus bebè. Da gennaio i figli a carico over 30 non saranno più detraibili

La Redazione

Arriva la stretta sulle detrazioni ma solo per i redditi superiori al 75mila euro e con un meccanismo a salvaguardia dei nuclei più numerosi. Previsti anche l’estensione della detassazione per le mamme lavoratrici autonome, ma con un tetto al reddito, e il rafforzamento del bonus nido. Debutta l’una tantum per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025: un ‘bonus nuove nascite’ da mille euro per chi ha un Isee sotto i 40mila euro, con uno stanziamento di euro 330 milioni nel 2025 e 360 milioni nel 2026. Arriva, poi, una misura per spingere i ragazzi a lasciare la casa dei genitori e costruirsi una vita indipendente: da gennaio i figli a carico a partire da 30 anni non saranno più detraibili
anche se non lavoratori: una spinta a rendersi autonomi ma anche un risparmio che – ha spiegato la premier Giorgia Meloni – il governo utilizza per finanziare il bonus sui nuovi nati. Si amplia e viene reso strutturale il bonus nido (sempre con soglia Isee di 40mila euro) che viene esteso a tutti e non più solo a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni.

La manovra di bilancio 2025 vale, complessivamente, circa 28,5 miliardi.

Le misure:

TAGLIO CUNEO E IRPEF. Il taglio del cuneo si trasforma in bonus fino a 20mila euro e a detrazioni fino a 40mila, con meccanismi di decalage. Interesserà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto all’anno scorso perché la soglia di reddito prima si applicava fino a 35mila euro. Sull’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni (al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; al 35% da 28.000 a 50.000 euro; al 43% oltre i 50.000 euro). Arrivano poi nuove risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità attraverso la Carta ‘Dedicata a te’.

FAMIGLIA. Per incentivare la natalità arriva un “bonus nuove nascite”, una tantum da 1.000 euro per ogni nuovo nato in
famiglie con Isee inferiore a 40.000 euro annui. Viene poi esteso a tutti (e non solo più a quanti hanno un altro figlio di
età inferiore a 10 anni) e reso strutturale il bonus nido (sempre per i nuclei con Isee fino a 40mila euro). Si allargano
anche i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due.

FISCO. Scatta la stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro ma con vantaggi che crescono in base
al numero dei figli. Chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata, con un solo figlio è ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Escluse dal tetto le spese sanitarie e
quelle relative ai mutui per la casa.

PENSIONI. Fa discutere la rivalutazione delle pensioni minime che nel 2025 arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali, ovvero aumentando solo di tre euro. Un intervento che consente però di evitare il taglio previsto. Vengono poi prorogate per il 2025 le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Mentre le lavoratrici con 4 o più figli potranno accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 16 mesi. Il governo però punta a convincere i lavoratori a restare, rafforzando il bonus Maroni: chi ha i requisiti per andare in pensione con Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) potrà avere in busta paga i contributi a carico del lavoratore, ovvero il 9,19% della retribuzione.

IMPRESE E LAVORO. Oltre al rinnovo del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e agli sgravi contributivi per incentivare l’occupazione di giovani, donne e lavoratori svantaggiati, viene prorogata anche la detassazione dei premi di produttività (al 5%) e aumentano i fringe benefit per i nuovi assunti che accettano di traferire la loro residenza oltre i 100 chilometri e far aumentare la mobilità del lavoro. Vengono inoltre introdotti sgravi per il lavoro notturno e gli straordinari nel settore del turismo. Non si potranno poi scalare i costi delle trasferte e le spese di rappresentanza se non vengono fatte con strumenti tracciabili, bonifici o carte di pagamento.

BANCHE. Il governo punta ad incassare quattro miliardi dalle banche e uno dalle assicurazioni. Non si tratta di tasse ma del posticipo di deduzioni fiscali per il 2025 e il 2026 che verranno recuperate in maniera scaglionata fino al 2030 e di un anticipo dell’imposta di bollo da parte delle assicurazioni. Cambia poi la tassa sui servizi digitali che viene estesa a
tutti i soggetti che realizzano ricavi in Italia. E sale la tassazione sulle plusvalenze delle cripto-attività, dall’attuale 26% al 42%.

BONUS CASA. Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus da gennaio resteranno al 50% per le prime case, mentre scenderanno al 36% per le altre, con il tetto di spesa detraibile che resta a 96.000 euro per unità immobiliare. Stesso schema anche per il sismabonus, ma senza tetto di spesa. Mentre chi ha usufruito del Superbonus avrà ancora tempo per spalmare su dieci anni i crediti maturati nel 2023. Prorogato anche il bonus mobili, sempre con tetto di spesa detraibile di 5mila euro. C’è poi il rinnovo fino al 2027 delle agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e per le giovani coppie, con Isee pari a 40mila euro.

SANITA’. I fondi stanziati sono 1.302 milioni di euro per l’anno 2025, 5.078 milioni di euro per l’anno 2026, 5.780
milioni di euro per l’anno 2027. Ma i medici non sono soddisfatti. Per le Regioni che smaltiscono le liste di attesa
vengono previsti dei premi, e arrivano gli aumenti alle indennità di medici e infermieri, e del trattamento economico
degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni ‘meno ambite’, a partire da Medicina d’urgenza e Anestesia.

TAGLI. Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli di circa 7,7 miliardi. Sempre in chiave spending arriva il tetto ai compensi dei vertici degli enti che ricevono fondi pubblici, che non possono superare i 120mila euro lordi. Il tetto non si applica a Istat, Inps, Inail, Agenzie fiscali, autorità indipendenti, sanità. Tagli previsti anche alla Rai, che dovrà cominciare a ridurre la spesa per personale e consulenze.

ALTRE MISURE: la manovra con 144 articoli interviene su molti fronti: limita al 75% il turn over con le assunzioni nel
pubblico impiego, finanzia la formazione di cani guida per disabili, mette un tetto del 40% al tax credit per il cinema con una stretta sugli stipendi dei registi, mette fondi per lo sport e su Milano-Cortina, fa salire a 600 euro, chiede all’Aci un contributo di 50 milioni e rende individuale le controversie in tema di cittadinanza. 

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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