Il ragazzo ucciso a Napoli forse vittima di un tragico gioco

La Redazione

Sarebbe morto per un gioco finito male e non per una esecuzione, come sembrava in un primo momento, il 18enne ucciso all’alba a Napoli con un colpo di pistola alla testa. E’ quanto starebbe emergendo dalle indagini della polizia dopo la morte di Arcangelo Correra nel centro storico del capoluogo campano. Poco prima delle 5 Arcangelo, incensurato, era con altri due amici tra cui un suo parente, il fratello minore di Luigi Caiafa, un ragazzo ucciso nel 2020 nel corso di una rapina da un poliziotto. I ragazzi, secondo quanto trapelato, stavano maneggiando la pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto Arcangelo alla testa. In particolare, forse per testare l’arma, avrebbero “scarrellato” e sarebbe stato espulso anche un proiettile, trovato a terra, sul posto. Questa, almeno, la versione dei fatti al vaglio della Squadra mobile. Non è escluso che nelle prossime ore possa essere adottato un provvedimento di fermo nei confronti del parente, un 19enne, per porto abusivo e ricettazione della pistola.

Resta comunque alto l’allarme in città. Solo poche settimane fa, nella notte fra il l 23 ed il 24 ottobre nel corso di una sparatoria tra adolescenti nel pieno centro di Napoli era morto il 15enne Emanuele Tufano, mentre tra il 1 ed il 2 novembre, questa volta in provincia, a San Sebastiano al Vesuvio, dopo una lite per una scarpa pestata un 17enne avrebbe ucciso Santo Romano, 19 anni.

MD

Fonte Radio Norba

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