Biden, la famiglia prima di tutto: il presidente Usa firma la grazia per il figlio Hunter che rischiava il carcere

La Redazione

Biden grazia Biden. I documenti per la grazia ad Hunter Biden, con la firma del presidente americano, sono stati
depositati ufficialmente in tribunale. Lo riferisce la Cnn, mentre non si placano le polemiche anche tra i democratici per
la decisione controversa del presidente uscente Usa. Il procuratore speciale che ha indagato il “first son” ha risposto all’annuncio del presidente Usa, secondo il quale i procedimenti erano scaturiti da “ragioni politiche”, sostenendo che “diversi giudici hanno respinto le tesi della vendetta”. “Nessun tribunale ha concordato con l’imputato su queste affermazioni infondate e la sua richiesta di respingere le accuse non ha nessun fondamento legale”, ha detto il procuratore a proposito degli otto tentativi da parte di Hunter di far archiviare le accuse a suo carico. 

Family first, la famiglia prima di tutto, è la regola, a questo punto, che ha infranto la ripetuta promessa di Biden di non farlo, e anche per questo è bufera bipartisan. Interviene persino Mosca: una “caricatura della democrazia”, ha accusato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
Biden aveva promesso di non interferire nei processi del figlio – sullo sfondo di una vita tra alcol e droga – ed escluso eventuali provvedimenti di clemenza, sia quando era ancora il candidato dem alla Casa Bianca sia quando si è ritirato dalla corsa. Ieri, poi, con una mossa a sorpresa negli ultimi giorni di presidenza, ha invece firmato una grazia “piena e
incondizionata” per Hunter, sostenendo che è stato perseguitato politicamente per colpire lui.
La grazia azzera i due processi istruiti da un procuratore speciale (nominato dal dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Biden) e di cui in dicembre erano attese le sentenze, col rischio di più di qualche anno di carcere: il 12 in Delaware, dove era già stato ritenuto colpevole di aver acquistato illegalmente una pistola omettendo di dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti, e il 16 in California per aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019, soldi spesi in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”. Imputazioni, le ultime, per le quali Hunter aveva ammesso la propria colpevolezza confidando in una pena ridotta. Ma la grazia “piena e incondizionata” riguarda anche tutti i reati che “ha commesso
o potrebbe aver commesso o a cui potrebbe aver preso parte nel periodo dal primo gennaio 2014 al dicembre 2024″.

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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