Marsa Alam, è stato uno squalo tigre sotto osservazione a uccidere un romano di 48 anni e a ferire un connazionale 69enne
È stato uno squalo tigre lungo 2 metri e mezzo a uccidere Gianluca Di Gioia, 48 anni, romano, e a ferire Giuseppe Fappani, 69 anni, a Marsa Alam, in Egitto. La specie era sotto sorveglianza satellitare dopo un incidente simile a un russo. I turisti italiani, secondo le prime indiscrezioni, sarebbero entrati in una zona in cui non è consentito nuotare. Una versione però smentita dai parenti di Fappani, che è un esperto del Mar Rosso. La figlia di Fappani, in un’intervista, ha raccontato che l’uomo non aveva visto lo squalo, ma ha pensato a un malore ed è intervenuto per soccorrere Di Gioia che non conosceva. Di Gioia è morto dissanguato per le lacerazioni inferte dallo squalo tigre, mentre il 69enne sta bene ed è stato dimesso.
Secondo l’imprenditore egiziano, Naguib Sawiris, uno degli uomini più ricchi d’Africa, a causare l’incidente sarebbero
state le barche da pesca commerciali che hanno scaricato i loro rifiuti in mare, attirando lo squalo. Su X, Sawiris ha affermato che la pesca commerciale dovrebbe essere vietata in questa zona turistica e ha sottolineato che i ricavi del settore sono più importanti delle barche che “distruggono” la barriera corallina.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba