Epifania, nella calza le leccornie “local”. Al Sud i dolci tipici sono cartellate, purcidduzzi e struffoli
Al via anche le partenze del primo ponte dell’anno
E’ l’Epifania l’ultima festa dei bambini per eccellenza. Da festa cristiana è diventata una ricorrenza profana, amata anche per i dolcetti che vengono messi nelle calze e fatti trovare il 6 mattina ai bambini. Ed è sempre più orientata ai prodotti tipici artigianali a celebrare una sorta di trionfo della “leccornia local”. Lo rivela un’indagine condotta dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna).
A finire nella classica calza, ancora molto in voga tra i più piccoli, è il carbone dolce, una ricetta diffusasi di recente
negli anni del boom economico ma radicata in tradizioni pre-cristiane. Ben prima che si diffondesse il carbone dolce,
per l’Epifania si producevano dolci speciali. Una tradizione ripresa massicciamente da qualche anno e quest’anno ancora più evidente. E’ Napoli la capitale dolciaria dell’Epifania o Befana. E sono gli struffoli il dolce tipico della città
partenopea, con nomi diversi diffusi in molte aree del Sud e non solo: palline di pasta lievitata, fritte e poi immerse nel miele ed eventualmente decorate con canditi e codette. Ma all’Epifania nelle famiglie più tradizionaliste si cucina e si mangia anche la prima pastiera dell’anno, dolce pasquale che viene proposto anche in quella che era chiamata Pasqua Epifania, vale a dire preannuncio della Pasqua.
A Sud arrivano i tipici dolcetti pugliesi, come le cartellate baresi e i “purcidduzzi” salentini. Le prime sono preparate con farina, olio e vino bianco secco. L’impasto viene modellato come una rosa che, una volta fritta, viene farcita con mosto cotto o vin cotto di fichi. Il dolce salentino è in pratica un piccolo gnocco che dopo la frittura viene immerso nel miele caldo.
Per il primo ponte dell’anno, quello della Befana, saranno molti gli italiani in viaggio: oltre 1 milione secondo Federalberghi, ben più ottimista la stima di Cna che arriva a 3.5 milioni, saranno quelli che si concederanno una vacanza tra montagna e neve, città e borghi d’arte, mercatini ma anche terme e attività esperienziali, ancorate principalmente all’artigianato e all’agroalimentare.
E’ rosea la stima di Federalberghi per cui saranno complessivamente un milione gli italiani che sceglieranno di partire in occasione dell’Epifania. Nel 91% dei casi si sceglierà l’Italia come destinazione della propria vacanza mentre solo il 9% preferirà l’estero. In generale non ci si allontanerà molto da casa, privilegiando una regione diversa da quella di residenza ma di prossimità (54,1%), oppure rimanendo nel proprio territorio (30,9%).
Coloro che hanno scelto come periodo di vacanza la sola Epifania si ritaglieranno 3,3 notti per il soggiorno fuori casa,
con una spesa pro capite complessiva (ovvero comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) di 362 euro per coloro che resteranno in Italia, e 544 euro per coloro che si recheranno all’estero. Il giro di affari specifico della festività della Befana si attesterà sui 400 milioni di euro.
L’alloggio preferito sarà l’albergo nel 34,7% dei casi, seguito dalla stanza in un B&B con il 30,4%. La prenotazione si è verificata in primis contattando direttamente la struttura tramite il suo sito (35,1%) o chiamandola direttamente (20,9%). Il motivo principale della vacanza sarà la ricerca del riposo e del relax (61,8%), il divertimento (38,1%) o sarà l’occasione per praticare sport (17,6%).
Fonte Radio Norba