Dipendenti pubblici, in cinque anni 15mila “indisciplinati” puniti. Al primo posto la sanità, poi ministeri ed enti locali
![frame-of-74627-300x169](https://i0.wp.com/www.stranifatti.it/wp-content/uploads/2025/02/frame-of-74627-300x169.jpg?fit=300%2C169&ssl=1)
![frame-of-74627-300x169](https://i0.wp.com/www.stranifatti.it/wp-content/uploads/2025/02/frame-of-74627-300x169.jpg?resize=300%2C169&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/radionorba.it/wp-content/uploads/2022/05/frame-of-74627-300x169.jpg?resize=300%2C169&ssl=1)
Tra il 2018 e il 2023 sono stati circa 15mila i dipendenti della pubblica amministrazione puniti con sospensioni o licenziamenti. Il 30% è avvenuto nel comparto sanità (4.666 provvedimenti disciplinari gravi) e nel gruppo Ministeri-Agenzie (4.181, 27%). Seguono: i comuni con 3.138 sospensioni e licenziamenti, pari al 20% del totale; le scuole (1.625, 11%), la categoria enti pubblici vari (4%), le regioni (3%) e, infine, le università e le province, ferme entrambe a quota 2%. E’ quanto emerge da un’analisi di Centro Studi Enti Locali basata sugli ultimi dati messi a disposizione dal ministero per la Pubblica Amministrazione.
E nel 2023, come nell’anno precedente, i licenziati sono stati circa 650: prima causa (35%) le assenze ingiustificate dal servizio: dipendenti che non hanno comunicato che non si sarebbero presentati a lavoro, che hanno giustificato la loro assenza con un certificato medico falso o che attestava una malattia inesistente .Al secondo posto, c’è la categoria licenziamenti connessi a dei reati, che rappresenta il 33% del totale e ancora, nel 26% dei casi, l’inosservanza di
disposizioni servizio, la negligenza, le false dichiarazioni o un comportamento scorretto verso superiori, colleghi e utenti.
Stefania Losito
Fonte Radio Norba