Febbraio 12, 2025
unnamed-e1739361788363-300x170
unnamed-e1739361788363-300x170

Una proiezione dell’inconscio di Fedez, carica di significati simbolici: Battito è un viaggio nei meandri della mente e delle emozioni dell’artista, e fin dalle prime note segna un netto distacco dalle sonorità pop a cui il pubblico era abituato.

Per la sua seconda partecipazione al Festival di Sanremo e per raccontare il peso della sofferenza interiore e il desiderio di riscatto, Fedez sceglie di addentrarsi nel mondo della jersey, sottogenere della trap noto per le sue atmosfere cupe e i beat ipnotici.

Scritta da Fedez insieme ad Alessandro La Cava, Federica Abbate e Cripo, “Battito” è una canzone profondamente intima, una dicotomia tra un brano d’amore e un racconto sulla depressione. Quest’ultima prende forma nel videoclip, disponibile ora, attraverso la figura femminile protagonista insieme al rapper. Dalla loro gestualità emerge una relazione complessa, specchio della lotta interiore dell’artista: un continuo oscillare tra intimità e distacco, fino a un progressivo isolamento.

“Battito” è un susseguirsi di immagini forti e viscerali: dalla lotta contro le paranoie all’angoscia dell’isolamento, passando per il bisogno di trovare sollievo in un equilibrio che sembra irraggiungibile.

Nel videoclip, la regia di Byron Rosero amplifica il senso di tormento interiore con un utilizzo magistrale di luci e ombre. Il battito cardiaco, simbolo di vita ma anche di ansia e tensione, viene evocato visivamente attraverso un chiaroscuro dinamico che enfatizza la solitudine di Fedez e la sua battaglia interiore.

Il contrasto tra il desiderio di sfuggire alla sofferenza e l’impossibilità di liberarsene è evidente in ogni sequenza, e trova una rappresentazione diretta nel tatuaggio Temet Nosce (“conosci te stesso”) recentemente fatto dal rapper: un monito alla consapevolezza che appare e scompare nel video, quasi a simboleggiare la fragilità dell’identità.

Un’altra chiave di lettura del videoclip è il punto di vista dell’infanzia: la versione più autentica e vulnerabile di Fedez, che osserva, seduto davanti a una vecchia televisione, frammenti della sua vita e della sua carriera. Un viaggio nei ricordi che si interrompe quando il bambino, sopraffatto, spegne lo schermo con un gesto liberatorio. Un simbolo potente che sottolinea  il contrasto tra la purezza dell’infanzia e le inevitabili trasformazioni dettate dal successo mediatico, che hanno frammentato l’identità dell’artista.

Con Battito, Fedez affronta tematiche personali e universali, mescolando introspezione e alienazione con una lirica intensa e diretta. La produzione musicale amplifica l’effetto emotivo del brano, rendendolo non solo un pezzo da ascoltare, ma un’esperienza immersiva, un manifesto sonoro che esplora la fragilità umana senza filtri. 

Con questo ritorno a Sanremo, Fedez dimostra ancora una volta la sua capacità di reinventarsi, portando sul palco dell’Ariston un sound innovativo e una narrazione che lascia il segno. Una scelta coraggiosa che potrebbe spiazzare parte del pubblico abituato alle sue hit, ma che conferma la volontà dell’artista di raccontarsi senza filtri, attraverso una musica che rispecchia la sua evoluzione personale e artistica.

Angela Tangorra

Fonte Radio Norba